tag:blogger.com,1999:blog-87468480099221350502024-03-19T00:28:22.733+01:00Vota Antonio - Lo spazio web di Antonio CacaceAntonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.comBlogger372125tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-2801210066251101122024-03-10T09:33:00.373+01:002024-03-18T22:57:09.232+01:00 A Roma giù da treni e bus. I romani preferiscono l'auto.<p><span style="font-family: Open Sans; font-size: x-large;"><b><i>Tpl inadeguato e obsoleto. Cittadini, turisti e pendolari rinunciano ai mezzi pubblici e si buttano nel traffico.</i></b></span></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><b><i></i></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><b><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAnBZzNKVpMjvLpXtUJz8Csn6jrWX7hyphenhyphen_2VRiub8okiDkQxjO9KXbkdFMsbzSWZ9AfStO5ko79Jx3sk9dNi7uihfSpUL49K_ZSR4VsZlY9kApzAs1_IKHVFGTOP_JKxdpjtDsE7AjIzdv3xGsK1Jfzm86-Snt26tShwA93i1X23ch1T7Zcbig91NQFJvl9/s680/Traffico%20Roma%20impazzito.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="455" data-original-width="680" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAnBZzNKVpMjvLpXtUJz8Csn6jrWX7hyphenhyphen_2VRiub8okiDkQxjO9KXbkdFMsbzSWZ9AfStO5ko79Jx3sk9dNi7uihfSpUL49K_ZSR4VsZlY9kApzAs1_IKHVFGTOP_JKxdpjtDsE7AjIzdv3xGsK1Jfzm86-Snt26tShwA93i1X23ch1T7Zcbig91NQFJvl9/s16000/Traffico%20Roma%20impazzito.jpg" /></a></i></b></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"> Le “buone intenzioni” non producono sempre “buoni risultati”. Lo abbiamo imparato bene, anche a nostre spese, con quella che viene definita la politica ambientale green ed eco-compatibile. Per quelli convinti che questa <i>"green politics" </i>sia la panacea di tutti i mali e che salverà<i> </i>il mondo dalla catastrofe imminente, va detto che non sempre, poi, nella pratica, si rivela la soluzione. A volte produce effetti indesiderati e spesso genera nuove e inaspettate forme di disagio sociale ed economico. Lo vediamo in tutt'Europa con </span><span style="font-family: "Open Sans"; font-size: medium;">le proteste contro l'Unione per le politiche green sull'agricoltura e per la crisi che si è generata nel settore dell'automotive. In Italia l'effetto indesiderato lo riscontriamo anche nelle grandi città. A Roma, ad esempio, si abbandonano i mezzi di trasporto pubblici per tornare all'auto privata che genera più traffico, incidenti e inquinamento. Un risultato non proprio favorevole all'ambiente e alla salute pubblica, tanto cari agli ambientalisti. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span><span style="font-family: "Open Sans";"> Stessa cosa per la gestione dei rifiuti e</span><span style="font-family: "Open Sans";"> i</span><span style="font-family: "Open Sans";">l</span><span style="font-family: "Open Sans";"> </span><span style="font-family: "Open Sans";">decoro della città. Nonostante gli sforzi e le risorse messe in campo dall'amministrazione capitolina, la differenziata rimane al palo, il ciclo dei rifiuti non si chiude e la città appare per lo più sporca e fuori controllo. L'effetto delle politiche messe in campo nella città del sindaco Gualtieri risulta diverso, se non l'opposto, di quello auspicato. Eppure parliamo di un'amministrazione di sinistra, a trazione PD, che si autodefinisce progressista e ambientalista. Ma le etichette da sole non sono sufficienti a garantirsi il successo. </span><span><span style="font-family: Open Sans;">Alle buone intenzioni bisogna saper abbinare competenza, programmazione, capacità di realizzazione e una buona conoscenza della macchina pubblica. E Gualtieri come Raggi ci stanno dimostrando (purtroppo) che una grande città come Roma non si governa con la sola ideologia perchè </span></span></span><span><span style="font-family: "Open Sans";">gli effetti che producono sono un </span><span style="font-family: "Open Sans";">trasporto pubblico inadeguato, un traffico sempre più insostenibile e un'aria irrespirabile che vanno a discapito dei residenti e di chiunque la frequenti (leggasi pendolari e turisti).</span></span><span style="font-family: "Open Sans";"> Ad influire negativamente, sugli spostamenti dei romani, sono le corse ridotte delle linee metropolitane (nella linea B si attendono mediamente 20/30 minuti per l'arrivo di un treno), i lavori di ammodernamento interminabili, i continui scioperi nei trasporti, gli autobus danneggiati e fuori uso, la linea tranviaria obsoleta, il numero di taxi che copre appena il 30% del fabbisogno. Un trasporto pubblico locale, insomma, inadeguato che disincentiva l'uso dei mezzi pubblici.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><span> </span><span style="text-align: left;">La sostenibilità ambientale, se ben praticata, produce certamente dei fattori positivi per la natura e la tutela dell'ambiente; estremizzare il concetto, invece, per farne una crociata culturale contro il progresso, lo sviluppo e la modernità, può produrre effetti collaterali indesiderati contro il sistema produttivo e provocare un vero e proprio impoverimento delle famiglie, delle imprese e degli stati. Senza sviluppo non c'è crescita e senza crescita non si progredisce e si ferma tutto. Imporre vincoli stringenti sull'ambiente, risparmi energetici e blocchi all'industria, senza valutarne gli effetti sull'economia nazionale, può farci perdere competitività e alimentare una spirale recessiva con effetti devastanti. Meglio pensarci bene prima e valutare con oculatezza ogni scelta, ogni effetto e ogni risultato. </span><span style="outline: 0px; text-align: left; transition: all 0.3s ease 0s;">Perché, come tutti sanno, </span><span style="outline: 0px; text-align: left; transition: all 0.3s ease 0s;">la prevenzione è meglio</span><span style="outline: 0px; text-align: left; transition: all 0.3s ease 0s;"> della cura e in molti casi la evita</span><span style="text-align: left;">! </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: large; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">AC, La Voce del Patriota 17 marzo 2024</span></span><span style="color: #222222; font-family: arial; font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">(<span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span><span><a href="https://www.lavocedelpatriota.it/a-roma-giu-da-treni-e-bus-i-romani-preferiscono-lauto/" target="_blank"><span style="color: red;">leggi la fonte</span></a></span></span></span>)</span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-66851153319563043922024-02-10T08:30:00.007+01:002024-02-10T14:36:56.030+01:0010 Febbraio il Giorno del Ricordo. La morte in foiba: il racconto di un sopravvissuto<div class="txt10" style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><b><i><span style="font-family: Open Sans; font-size: x-large;">Non possiamo dimenticare. Non vogliamo dimenticare. Non dobbiamo dimenticare.</span></i></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSTKyve3PBpPfAwKfdZz7U58b_c397gLCjNci6cYrNgFgt-CT5zw1QOmOaHO1XNof3dM2tKjqczLhm_dHZ_FJxQiVuKxsekFUZOJtmLk7l92hQKNE5PNWE-663p9aTv6ZVVwlC-VTWh-fpcGPFAFrcCIiE2jjJ7z3v44T_zjgU5ZfncrsAGf77xNstOg/s680/monumento%20foibe.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="405" data-original-width="680" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSTKyve3PBpPfAwKfdZz7U58b_c397gLCjNci6cYrNgFgt-CT5zw1QOmOaHO1XNof3dM2tKjqczLhm_dHZ_FJxQiVuKxsekFUZOJtmLk7l92hQKNE5PNWE-663p9aTv6ZVVwlC-VTWh-fpcGPFAFrcCIiE2jjJ7z3v44T_zjgU5ZfncrsAGf77xNstOg/s16000/monumento%20foibe.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><p dir="ltr" style="background-color: white; color: #222222; margin-top: 0px;"></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">Il 10 febbraio si commemora <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: 0px 0px; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: left; transition: all 0.3s ease 0s; vertical-align: baseline;"><span style="background: 0px 0px; border: 0px; color: #202124; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; transition: all 0.3s ease 0s; vertical-align: baseline;">la tragedia degli italiani lasciati barbaramente morire negli inghiottitoi carsici, grazie alla</span></span> legge del 30 marzo 2004 n. 92 che ha istituito la "<b>Giornata del Ricordo</b>"<b> per </b><b>i massacri delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata</b>.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Nel corso della Seconda guerra mondiale e negli anni successivi, <b>migliaia italiani di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia furono massacrati negli eccidi delle foibe</b> o morirono nei campi di prigionia jugoslavi per stenti e privazioni.</div></span><p></p><p dir="ltr" style="background-color: white; color: #222222; text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">Nello stesso periodo, la maggioranza dei cittadini di nazionalità e lingua italiana, e degli italiani di nazionalità mista, slovena e croata, furono costretti a lasciare questi luoghi, in cui vivevano da sempre. Abbandonando per sempre le loro case, le loro terre, le loro botteghe. I drammatici eventi della migrazione forzata degli italiani vengono ricordati come l’esodo giuliano-dalmata o istriano.</span></p><p dir="ltr" style="background-color: white; color: #222222; text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">Nel "Giorno del Ricordo", rendiamo omaggio a tutte le vittime degli eccidi delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. </span></p><p dir="ltr" style="background-color: white; color: #222222; text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">La memoria di queste pagine buie e vergognose, della nostra storia, sia per tutti noi un motivo di riflessione e di impegno per la pace e il rispetto della dignità umana, contro ogni forma di discriminazione.</span></p><p dir="ltr" style="background-color: white; color: #222222; text-align: justify;"><strong style="color: #cc0000; font-size: x-large;">LA LETTERA DI UN SOPRAVVISUTO</strong></p><p dir="ltr" style="background-color: white; color: #222222; text-align: justify;"><span style="background-color: transparent;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">Dalle esecuzioni nelle foibe qualcuno uscì miracolosamente vivo. Uno dei pochissimi casi conosciuti è quello del protagonista di questo racconto, che si riferisce a un episodio accaduto nei pressi di Albona nell’autunno del 1943</span></span><span style="background-color: transparent; font-family: "Open Sans"; font-size: large;">.</span></p></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium;"><div style="text-align: left;"><span style="font-family: "georgia";"> </span><span style="color: black; font-family: georgia; font-size: large;"><em>Dopo giorni di dura prigionia, durante i quali fummo spesso selvaggiamente percossi e patimmo la fame, una mattina, prima dell’alba, sentì uno dei nostri aguzzini dire agli altri: <span style="color: black;">«</span>Facciamo presto, perché si parte subito». Infatti poco dopo fummo condotti in sei, legati insieme con un unico fil di ferro, oltre quello che ci teneva avvinte le mani dietro la schiena, in direzione di Arsia. Indossavamo solo i pantaloni e ai piedi avevamo solo le calze.</em></span></div>
<span style="font-family: georgia; font-size: large;"><div style="text-align: left;"> <em>Un chilometro di cammino e ci fermammo ai piedi di una collinetta dove, mediante un fil di ferro, ci fu appeso alle mani legate un sasso di almeno venti chilogrammi. Fummo sospinti verso l’orlo di una foiba, la cui gola si apriva paurosamente nera.</em></div>
</span></div>
</div>
<div class="txt10" style="text-align: left;">
<span style="color: black; font-family: georgia; font-size: large;"><em> Uno di noi, mezzo istupidito per le sevizie subite, si gettò urlando nel vuoto, di propria iniziativa. Un partigiano allora, in piedi col mitra puntato su di una roccia laterale, ci impose di seguirne l’esempio. Poiché non mi muovevo, mi sparò contro. Ma a questo punto accdde il prodigio: il proiettile anziché ferirmi spezzò il fil di ferro che teneva legata la pietra, cosicché quando mi gettai nella foiba, il sasso era rotolato lontano da me.</em></span></div>
<div class="txt10" style="text-align: justify;"><div style="text-align: left;"><em><span style="font-family: georgia; font-size: large;"> La cavità aveva una larghezza di circa 10 metri e una profondità di 15 fino alla superficie dell’acqua che stagnava sul fondo. Cadendo, non toccai fondo, e tornato a galla potei nascondermi sotto una roccia. Subito dopo vidi precipitare altri quattro compagni colpiti da raffiche di mitra e percepii le parole - Un’altra volta li butteremo di qua, è più comodo - pronunciate da uno degli assassini. Poco dopo fu gettata nella cavità una bomba che scoppiò sott’acqua schiacciandomi con la pressione dell’aria contro la roccia. Verso sera riuscii ad arrampicarmi per la parete scoscesa e a guadagnare la campagna, dove rimasi per quattro giorni e quattro notti consecutivi, celato in una buca. Tornato nascostamente al mio paese per timore di ricadere nelle grinfie dei miei persecutori, fuggii a Pola. E solo allora potei dire di essere veramente salvo.</span></em></div>
<div style="text-align: left;"><br /></div>
<span face=""trebuchet ms" , sans-serif" style="color: #cc0000; font-size: large;"><strong>STORIA DELLE FOIBE</strong></span><br />
<span style="color: white; font-family: "georgia";">.</span></div>
<div class="txt10" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-A21wpWACoJ0/TVQjnRdKoTI/AAAAAAAABjw/98Ha0XxL8vg/s1600/Logo+Foibe+10+febbraio++++edizione+2011.jpg" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial;"><img border="0" height="320" sda="true" src="https://2.bp.blogspot.com/-A21wpWACoJ0/TVQjnRdKoTI/AAAAAAAABjw/98Ha0XxL8vg/s320/Logo+Foibe+10+febbraio++++edizione+2011.jpg" width="228" /></span></a></div>
<div class="txt10" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: black;">Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi ventimila italiani.</span><br />
</span><div class="txt10" style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: arial; font-size: medium;">La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano “nemici del popolo”. Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe comuniste del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, l’unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce. </span></div><div class="txt10" style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="txt10" style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="txt10" style="text-align: center;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><span style="color: black;"><b>SOTTO L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI </b></span></span></div><div class="txt10" style="text-align: center;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><b>ALLA CERIMONIA SOLENNE DAVANTI AL SACRARIO DI BASOVIZZA</b></span></div>
<div style="text-align: center;"><br /></div>
</div>
<div style="text-align: center;"><iframe allow="autoplay; clipboard-write; encrypted-media; picture-in-picture; web-share" allowfullscreen="true" frameborder="0" height="434" scrolling="no" src="https://www.facebook.com/plugins/video.php?height=314&href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fgiorgiameloni.paginaufficiale%2Fvideos%2F634093228820397%2F&show_text=false&width=560&t=0" style="border: none; overflow: hidden;" width="680"></iframe></div>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-78011802077106269852023-02-04T00:09:00.007+01:002023-02-04T00:20:40.675+01:00Elezioni regionali Lazio: a tu per tu con Emanuela Mari candidata con Fratelli d'Italia.<h2 style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: Montserrat, sans-serif; letter-spacing: -0.05em; line-height: 1.3; margin: 0px 0px 1.4rem;"><i><span style="font-size: x-large;">La candidata di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Lazio intervistata per Talk City, in vista delle elezioni del 12 e 13 febbraio.</span></i></h2><span style="font-family: Open Sans;"><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyBu44WZ8k2E3MAsCJAIvMBr4mL2-AhPg_01xFrATbM9AEeuUjyp_C4UWIihQ6XoiW6VhJTmaKQbzVmddxiNF4AeOdxqMap6l4ybwh4vikyKXqfB2wEJmKqEUmtVOpXOTV7GT1Kgk_2jc0NEht7vBIdQin0YdAoNDZsn_l2AKCiji_kee1mAhQ3wEP8w/s680/Antonio%20Cacace%20Emanuela%20Mari%20Civitavecchia%20Regione%20Lazio%20Fratelli%20dItalia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="385" data-original-width="680" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyBu44WZ8k2E3MAsCJAIvMBr4mL2-AhPg_01xFrATbM9AEeuUjyp_C4UWIihQ6XoiW6VhJTmaKQbzVmddxiNF4AeOdxqMap6l4ybwh4vikyKXqfB2wEJmKqEUmtVOpXOTV7GT1Kgk_2jc0NEht7vBIdQin0YdAoNDZsn_l2AKCiji_kee1mAhQ3wEP8w/s16000/Antonio%20Cacace%20Emanuela%20Mari%20Civitavecchia%20Regione%20Lazio%20Fratelli%20dItalia.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><span style="font-size: medium;">di Antonio Cacace</span><br /><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">44 anni, laureata in economia e commercio, da 18 anni funzionaria di banca. Sposata e felicemente mamma. In politica dal 2001, dirigente di Fratelli d'Italia, nel 2019 è stata la più votata nella storia della città di Civitavecchia e, anche per questo, è stata eletta Presidente del Consiglio comunale, ruolo che tutt'oggi ricopre. Dal 2021 è anche membro del direttivo Anci Donne per la Regione Lazio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Tra le sue proposte abbiamo l'abbattimento dell'imposta regionale Irpef, il taglio della bolletta elettrica nei comuni che ospitano centrali elettriche, la liberalizzazione della professione infermieristica, il completamento della Civitavecchia-Orte ed il blocco del mega impianto di biodigestione che la Giunta Zingaretti vorrebbe far costruire a Civitavecchia per i rifiuti di Roma: <i>"se da Roma la smettessero di considerare Civitavecchia solo come l’ultima provincia dell’Impero, dove scaricare ogni tipo di servitù e di attività inquinanti, avremmo tutte le carte in regola per poter diventare un grande hub internazionale".</i></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Viene definita la candidata più forte del territorio per il suo radicamento nel tessuto sociale della città e perché, da oltre 20 anni, è un punto di riferimento nella politica civitavecchiese, tanto da guadagnarsi soprannomi come <i>"Lady preferenze".</i></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">In questa intervista Emanuela Mari, candidata di Fratelli d'Italia al Consiglio Regionale del Lazio, ci spiega quali sono le sue intenzioni qualora riuscisse a vincere la competizione elettorale: dagli usi civici, passando per lo snellimento delle liste d'attesa, la chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma e la riorganizzazione della sanità pubblica. Poi c’è la questione sulle ingerenze di Roma e della Regione Lazio a trazione Partito Democratico. Capiamone di più perché dal giorno di San Valentino (il 14 febbraio) potrebbe diventare anche la prima consigliera regionale del centrodestra di Civitavecchia e di tutto il litorale nord.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D – Buonasera Emanuela, ha parlato più volte del modello Basilicata per il Lazio. A cosa si riferisce?</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><span><div style="text-align: justify;">R - A quanto di buono ha fatto il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, a proposito di energia e di bollette calmierate. Grazie alle buone pratiche del governo Bardi, i cittadini lucani riescono ad abbattere, quasi completamente, il costo delle utenze del gas. Ciò è stato possibile grazie alla legge approvata ad agosto dall’ente regionale e all’accordo con le società petrolifere per le compensazioni sul territorio. Questo modello, se ha funzionato per la Basilicata, può funzionare anche in altre regioni, quindi anche per il Lazio. Per Civitavecchia, ad esempio, che ospita uno dei poli energetici più grande d’Italia, proponiamo che la regione si faccia parte attiva per una trattativa con Enel S.p.A. affinché si possano ottenere, anche per i civitavecchiesi e gli abitanti dei comuni limitrofi, dei grossi tagli sulla bolletta elettrica. Lo stesso principio si può replicare, come forma diretta di compensazione ambientale, in tutte le città dove sono presenti grosse servitù; penso ad importanti insediamenti che generano un impatto sull’ambiente e la salute pubblica. Al Presidente Rocca abbiamo già illustrato il nostro progetto ed è d’accordo con noi che, in tempi di crisi, occorre aumentare il potere d’acquisto dei cittadini e non ridurlo.</div></span> </span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - Un altro suo lancio di agenzia, che ha fatto clamore, è stato quello sull’aumento dell’Irpef regionale che Zingaretti avrebbe aumentato all’insaputa di tutti. Lo spieghi bene ai nostri lettori.</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><span><div style="text-align: justify;">R - Lo spiego volentieri. E’ talmente vero e lampante che dal mese di gennaio, che si è appena concluso, tutti i cittadini del Lazio, con una busta paga da lavoro dipendente, hanno potuto constatare che l’imposta regionale Irpef è aumentata ed il netto in busta è diminuito. In pratica, uno degli ultimi atti della Giunta regionale PD/5 Stelle è stato quello di aumentare l'imposta che colpisce i redditi da lavoro (l'Irpef appunto) con rincari che arriveranno fino a 400 euro in più l'anno. Questo mentre i cittadini si trovano a dover affrontare una crisi economica senza precedenti, che sta generando rincari di ogni genere. Pensi che le famiglie andranno a pagare fino a 1.092,00 euro l’anno, contro le 692 euro che si pagavano prima dell’arrivo di Nicola Zingaretti e del Partito Democratico. Una vera e propria stangata per tantissime famiglie che ne ridurrà ancora più il potere d'acquisto. Anche in questo caso, Presidente Rocca si è impegnato con noi per rivedere i rincari. E noi lo aiuteremo in Consiglio regionale.</div></span> </span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - Sapendo di doverla intervistare, ho studiato il suo profilo e letto le sue proposte. C'è molta sanità nel suo trascorso e nel suo programma. Ce ne parli.</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">R - Essendo sensibile ai temi sociali, non posso non occuparmi di salute pubblica e dei problemi generati da un servizio sanitario inadeguato e non al passo con i tempi. C'è bisogno di abbattere le liste d'attesa, di aumentare i posti letto e l'organico di chi ci lavora, troppo ridotto ed espone i dipendenti a rischi di ogni genere. Una proposta che stiamo portando avanti, da diversi mesi, è quella di eliminare il vincolo di esclusività per gli infermieri e liberalizzare la professione così, chi vorrà, potrà lavorare contemporaneamente come dipendente e come libero professionista, come accade già per i medici in corsia. In questo modo aumentiamo il raggio d’azione delle professioni infermieristiche e potenziamo la medicina territoriale, essendo le figure di riferimento per la presa in carico e l’assistenza del paziente dentro e fuori le strutture ospedaliere. Un modo per valorizzare questa categoria e migliorare l'offerta sanitaria. Potremmo poi parlare dell'impegno preso per l'attivazione del reparto di radioterapia, mai aperto, presso l'Asl RM4 e per il riconoscimento delle strutture private che potrebbero ampliare l'offerta sanitaria a tutti i cittadini. Ma è un settore molto ampio e complesso, quello della sanità pubblica, che non basta un'intervista per poterne parlare.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - Ho letto anche degli Usi civici, un problema generalizzato in tutto il Lazio che colpisce molte famiglie e l'intero settore immobiliare. Parliamo di leggi, regolamenti e vincoli di oltre un secolo fa. Possibile che non si riesce ad andare oltre ed eliminare il vincolo?</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">R - Un altro scandalo della Regione Lazio, che nel 2023 non riesce ancora a risolvere. La questione degli usi civici si trascina da molti anni e sta creando non pochi problemi ai cittadini e al settore immobiliare a Civitavecchia e in tutta la regione.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><span><div style="text-align: justify;">Il mio impegno, come candidata di Fratelli d’Italia, è affinché la prossima Regione Lazio, guidata dal Presidente Rocca, sancisca l'inesistenza degli usi civici. Gli atti storici, prodotti dal Comitato Usi Civici di Civitavecchia, sono inequivocabili ed hanno già permesso di vincere le prime cause presso il Commissario agli Usi Civici. Ci batteremo in Consiglio regionale per far recepire ed applicare la "sentenza Antonelli", che neutralizzerà il problema.</div></span> </span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://talkcity.it/wp-content/uploads/2023/02/emanuela-mari-elezioni-2023-768x291.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="291" data-original-width="768" height="243" src="https://talkcity.it/wp-content/uploads/2023/02/emanuela-mari-elezioni-2023-768x291.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - Si è più volte definita "la candidata del territorio", ci spieghi cosa intende e quale sarà il suo valore aggiunto, se riuscirà ad essere eletta.</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><span><div style="text-align: justify;">R - Chi mi conosce sa che gli oltre 20 anni di politica li ho trascorsi tutti nel mio territorio occupandomi, quasi esclusivamente, dei problemi sociali e materiali dei miei concittadini. Con l'aiuto degli elettori, potrei diventare il primo Consigliere regionale di centrodestra della mia città e partecipare alla profonda riforma della regione: due obiettivi molto importanti per un'esponente di Fratelli d'Italia. Essere definita la "candidata del territorio" mi inorgoglisce perché in questa definizione rivedo l'essenza del mio impegno.</div></span> </span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - A Roma, intanto, si discute sull’inceneritore. È finito il tempo dei no immotivati?</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><span><div style="text-align: justify;">R - Come ho già detto, sulle questioni ambientali bisogna essere pragmatici e non ideologici. Pensare solo a bruciare i rifiuti o a non occuparsi affatto della chiusura del ciclo, come sta avvenendo a Roma, non risolve il problema, lo amplifica ed è chiaro ormai a chiunque. Del resto, basta andare nei quartieri e vedere in che condizione sono. Occorre pianificare e mettere in atto una seria raccolta differenziata nella Capitale e nella regione in generale, visto che siamo tra le peggiori regioni in questo ambito e, laddove è necessario, realizzare anche degli impianti, ma sul proprio territorio e dalle dimensioni adeguate alle proprie esigenze. Dico questo perché spesso, quando i sindaci di Roma dicono di voler aprire una discarica o costruire un inceneritore, scopriamo poi che la loro scelta non ricade mai sul territorio che amministrano ma sui comuni minori della cinta metropolitana. Un classico esempio di “scorribande” nella provincia lo abbiamo avuto con Virginia Raggi e lo abbiamo tutt'ora con Roberto Gualtieri. Per questo dovremo vigilare affinché nessuno si permetta di far costruire inceneritori o discariche sui territori altrui.</div></span> </span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - A proposito di ripresa, Civitavecchia mira a essere hub internazionale. Qual'è la strada?</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><span><div style="text-align: justify;">R - Innanzitutto, se da Roma la smettessero di considerare Civitavecchia solo come l’ultima provincia dell’impero, dove andare a scaricare ogni tipo di servitù e di attività inquinanti, avremmo tutte le carte in regola per poterlo diventare. L’ultimo caso è di queste settimane ed arriva proprio dalla Giunta regionale del Presidente Zingaretti e della sua maggioranza PD-5 Stelle, che ha autorizzato sul nostro comune la costruzione di un mega biodigestore da 120.000 tonnellate di rifiuti annui, necessario non per Civitavecchia, che ha una differenziata spinta e non ha problemi, ma per la Roma di Gualtieri che non li riesce proprio a gestire. E questo nonostante i pareri contrari arrivati da tutti i comuni del comprensorio, dalla Asl RM4 e dalla Soprintendenza. In assenza di tali ingerenze, potremmo sì diventare uno degli hub internazionali più importanti d’Italia. Abbiamo tutte le caratteristiche per esserlo: siamo al centro dell’Italia e del Mediterraneo, abbiamo uno dei porti più importanti d’Europa, siamo a 30 minuti da Roma, dall’aeroporto di Fiumicino, dalla Tuscia e dalla Toscana ma occorre investire sulle infrastrutture e sul tessuto sociale, economico e imprenditoriale. Serve il completamento della superstrada Civitavecchia-Orte, il potenziamento della linea ferroviaria da e per Roma, una linea diretta per Fiumicino, una stazione ferroviaria moderna e idonea a servire il flusso turistico/crocieristico e servono strutture ricettive come, ad esempio, un centro termale per far fermare i turisti che arrivano a Civitavecchia. Grossi investimenti e giuste valorizzazioni che si possono ottenere avendo tutte le istituzioni, locali e nazioni, dello stesso colore politico e che si parlano tra loro. Se al governo nazionale, guidato da Giorgia Meloni, si riuscisse, con il consenso dei cittadini, ad avere anche una Regione Lazio di centrodestra, così come lo è anche il Comune di Civitavecchia, potremmo avere la "giusta congiunzione astrale" per far vivere un nuovo rinascimento alla città ed affrancarsi definitivamente dalle centrali e dai combustibili fossili.</div></span> </span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - Un altro argomento importante, per lei e per Civitavecchia, è il Porto: il primo porto d’Europa per le navi da crociere e tra i più importanti d’Italia.</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">R - Le faccio un esempio di cosa intendo per “sinergia istituzionale” e perché è importante che ci sia unità d’intento ed un’unica visione politica. Dal governo Meloni abbiamo ottenuto, in solo 3 mesi, molto più di quanto è arrivato, negli anni trascorsi, dagli altri governi. Abbiamo firmato, poche settimane fa, l’accordo di programma che permetterà la costruzione di una bretella per evitare il traffico veicolare all’interno della città, che porterà direttamente al porto. Sarà inoltre venduto l’ex complesso industriale di Fiumaretta all’Autorità portuale, diventando così un polo per la logistica agroalimentare. Con i fondi ricavati dalla vendita di Fiumaretta acquisiremo l’area dell’ex Italcementi, nel cuore della città, che diventerà il fiore all’occhiello di Civitavecchia. Può immaginare, quindi, cosa potremmo realizzare con una regione di centrodestra e trainata da Fratelli d’Italia.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - Un appello agli elettori?</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">R - Essere considerata la candidata del territorio per il mio partito, Fratelli d'Italia, in queste elezioni regionali del Lazio, mi inorgoglisce e mi emoziona allo stesso tempo. Per me vuol dire poter rappresentare, difendere e valorizzare il mio territorio ed occuparmi dei progetti che ho condiviso e sposato, anche nel corso di questa bella avventura elettorale. Con l'aiuto dei cittadini saprò farmi valere. Questo è il mio appello e il mio impegno per gli elettori.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: medium;">D - Grazie Emanuela per la disponibilità ed il tempo concesso. In bocca al lupo per la campagna elettorale.</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><span style="font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">R - Grazie a lei per l’opportunità e viva il lupo!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "Times New Roman"; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-family: "Open Sans"; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-size: medium;">AC, TalkCity.it - 2 febbraio 2023</span></span></span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial; font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="background-color: white; font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">(<span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><a href="https://talkcity.it/elezioni-regionali-2023-conosciamo-emanuela-mari/" target="_blank"><span style="color: red;">leggi la fonte</span></a></span></span>)</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><br /></span></div></span></span>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-39118542719342311482022-11-12T11:46:00.005+01:002022-11-12T17:01:03.096+01:0019 anni fa la strage di Nassiriya. Coltivare la memoria per non dimenticare.<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2019/11/10/Esteri/Foto%20Esteri%20-%20Trattate/19cal01f6-k5XG-U3150755852816e0E-656x492@Corriere-Web-Sezioni.JPG?v=20191112114955" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="492" data-original-width="656" height="480" src="https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2019/11/10/Esteri/Foto%20Esteri%20-%20Trattate/19cal01f6-k5XG-U3150755852816e0E-656x492@Corriere-Web-Sezioni.JPG?v=20191112114955" width="640" /></a></div><p></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><i style="background-color: white; color: #222222;">«L'anniversario della strage di Nassiriya, come accade ogni anno, rinnova il dolore di una ferita mai rimarginata, una sofferenza, però, sempre accompagnata da un grande orgoglio per l'eroico sacrificio di mio padre che, come i suoi commilitoni caduti nello stesso eccidio, era consapevole del pericolo che correva, ma non si è sottratto all'esercizio del dovere fino in fondo, fino all'estremo sacrificio.</i></span></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><i style="background-color: white; color: #222222;">A volte, quando lo sconforto prende il sopravvento, mi chiedo il perché di quanto accaduto e perché proprio a me. Ma poi penso a mio padre e a tutti gli altri caduti all'estero nella lotta al terrorismo e so che rifarebbero le stesse scelte, perché soltanto facendo bene il proprio dovere e servendo con fedeltà lo Stato, potremo donare un mondo e una società migliori ai nostri figli. I caduti a Nassiriya, così come tutti coloro che hanno immolato la vita alla Patria, possono essere definiti eroi. Eroi di oggi. Eroi che sono padri, figli e mariti con le loro fragilità e paure, ma che non si lasciano mai sopraffare da esse, onorando, quotidianamente, il giuramento prestato alla Repubblica».</i><br style="background-color: white; color: #222222;" /></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #222222;">Con queste </span><b style="background-color: white; color: #222222;">parole pronunciate da Marco</b><span style="background-color: white; color: #222222;">, figlio del </span><b style="background-color: white; color: #222222;">vicebrigadiere dei Carabinieri Domenico Intravaia</b><span style="background-color: white; color: #222222;">, quest'anno voglio ricordare la strage del 12 novembre 2003 ed il sacrificio dei nostri connazionali impegnati, a vario titolo, in una spedizione di peacekeeping per la missione "Antica Babilonia".</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "Open Sans"; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "Open Sans"; font-size: medium;">In quella mattina a Nassiriya, nel sud dell’Iraq, un boato spezzò la vita all’interno della base italiana. Nell’attentato persero la vita 19 italiani: 12 erano carabinieri, 5 militari dell’esercito e 2 civili (un regista ed un cooperatore internazionale).</span></div><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><br /></span></div><span style="background-color: white; color: #222222;"><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.corriere.it/methode_image/2014/04/04/Esteri/Foto%20Esteri%20-%20Trattate/13f1xx-023-kCoF-U4301014248632818CC-593x443@Corriere-Web-Sezioni.JPG" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="443" data-original-width="593" height="239" src="https://www.corriere.it/methode_image/2014/04/04/Esteri/Foto%20Esteri%20-%20Trattate/13f1xx-023-kCoF-U4301014248632818CC-593x443@Corriere-Web-Sezioni.JPG" width="320" /></a></div>Alle ore 10.40, ora locale (le 08.40 in Italia), di quel tragico 12 novembre, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti alla base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, provocando l’esplosione del deposito munizioni e la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><br /></span></div><span style="background-color: white; color: #222222;"><div style="text-align: justify;">Il tentativo di un Carabiniere, di guardia all’ingresso della base “Maestrale”, di fermare con il fucile in dotazione gli attentatori suicidi riuscì, tant’è che il camion non esplose all’interno della caserma, ma sul cancello di entrata, in caso contrario la strage sarebbe stata di ben più ampie dimensioni.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><br /></span></div><span style="background-color: white; color: #222222;"><div style="text-align: justify;">I primi soccorsi furono prestati dagli stessi Carabinieri, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><br /></span></div><span style="background-color: white;"><div style="color: #222222; text-align: justify;">Mi piacerebbe che ognuno di noi li ricordasse a proprio modo, anche in silenzio. Vorrei che ognuno di noi, non dimenticasse i nostri uomini caduti in terra straniera per servire la nostra Patria!</div><div style="color: #222222; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman"; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">AC, La Voce del Patriota 12 novembre 2022</span></span><span style="color: #222222; font-family: arial; font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">(<span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span><span><a href="https://www.lavocedelpatriota.it/per-non-dimenticare-19-anniversario-della-strage-di-nassiriya/" target="_blank"><span style="color: red;">leggi la fonte</span></a></span></span></span>)</span></div></span></span><p></p>
<div style="text-align: center;"><iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="415" src="https://www.youtube.com/embed/YtE6IuN90Ek" title="YouTube video player" width="660"></iframe></div>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-11632707725984216132022-11-09T08:01:00.003+01:002022-11-09T08:01:00.198+01:00Caduta del Muro di Berlino, dopo 33 anni è ancora una data da ricordare<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-4kyR7FH-WJs/Xca_WClWoqI/AAAAAAAAEhU/oLOD3gHSQfMQ0fO421bgJSqlR8kkY6MdACLcBGAsYHQ/s1600/Caduta%2Bdel%2Bmuro%2Bdi%2BBerlino%252C%2Bdicembre%2B1989.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="417" data-original-width="744" height="358" src="https://1.bp.blogspot.com/-4kyR7FH-WJs/Xca_WClWoqI/AAAAAAAAEhU/oLOD3gHSQfMQ0fO421bgJSqlR8kkY6MdACLcBGAsYHQ/s640/Caduta%2Bdel%2Bmuro%2Bdi%2BBerlino%252C%2Bdicembre%2B1989.jpg" width="640" /></a></div>
</div>
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</div>
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</div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<em><span style="color: black; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">Il 9 Novembre 1989 rappresenta una data fondamentale per i popoli europei: la Caduta del Muro di Berlino sancisce la fine dei regimi comunisti in Europa, l’inizio della libertà per milioni di persone oltrecortina e la vera riunificazione di tutti i popoli europei.</span></em></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: Open Sans; font-size: medium;">La caduta del Muro di Berlino è ancora oggi un avvenimento da ricordare come simbolo per la liberazione di Paesi oppressi ed auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.</span></div>
<div align="center" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
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Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-41919401927305857572022-11-03T19:19:00.001+01:002022-11-07T20:33:01.060+01:00Caso Chico Forti: si riparte con Meloni e Tajani<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ottopagine.it/public/thumb/658x370/12-2020/23/news240228.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="394" data-original-width="700" height="360" src="https://www.ottopagine.it/public/thumb/658x370/12-2020/23/news240228.jpg" width="640" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">Con l'insediamento del <b>Governo Meloni</b>, si apre una nuova fase per <b>Chico Forti</b> ed i suoi familiari che attendono, da 22 anni, il rientro in patria dell'imprenditore trentino.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: Open Sans;"><span>Il dossier di Chico - detenuto <span style="background-color: white; text-align: left;">dal 2000 negli Stati Uniti dove sta scontando una condanna all'ergastolo per omicidio, del quale si è sempre dichiarato innocente </span><span style="background-color: white; color: #222222;">e vittima di un errore giudiziario</span> - è fermo (ed impantanato) dal 2020, da quando il Governatore della Floria accettò la richiesta di trasferimento in un carcere italiano, avanzata dai legali di Forti</span></span><span style="font-family: Open Sans;"><span>. </span>Sembrava tutto risolto due anni fa a Natale, quando l'allora ministro degli esteri <b>Luigi Di Maio</b> annunciò, con il suo <i>«</i></span><span style="font-family: Open Sans;"><i><span style="border: 0px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Chico Forti tornerà in Italia</span>»</i>, quello che per tutti sembrava un imminente rientro in patria. Una</span><span style="font-family: "Open Sans";"> notizia che aveva fatto scoppiare un vero e proprio urlo di gioia</span><span style="font-family: Open Sans;"> </span><span style="font-family: "Open Sans";">ed invece, a distanza di due anni, è ancora lì, in un carcere americano ed è ancora tutto bloccato</span><span style="font-family: "Open Sans";">. </span><span style="border: 0px; font-family: "Open Sans"; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Nessuno poteva pensare che un annuncio simile si sarebbe rivelato un nulla di fatto</span><span style="font-family: "Open Sans";">. </span><span style="font-family: Open Sans;">Una lunga storia, che sembra non finire mai e che si infittisce d</span><span style="font-family: "Open Sans";">i mistero; si alternano la burocrazia americana, i rapporti diplomatici e le questioni internazionali che riguardano, a vario titolo, le due potenze e che, di fatto (nonostante siano alleate), stanno bloccando l'iter per il rimpatrio del nostro connazionale. Ne è convinta anche la famiglia che definisce il caso di Chico non più giudiziario ma politico/diplomatico.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://www.secoloditalia.it/files/2022/09/Meloni-Chico-Forti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="333" data-original-width="800" height="266" src="https://www.secoloditalia.it/files/2022/09/Meloni-Chico-Forti.jpg" width="640" /></a></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: Open Sans;">Via il governo Draghi ed i ministri di esteri e giustizia, Di Maio e Cartabia, la famiglia - ed in particolare lo zio Gianni, da sempre la prima linea di Chico - si è subito messa in contatto con il nuovo esecutivo, intrecciando telefonate ed incontri con <b>Giorgia Meloni</b> ed <b>Antonio Tajani</b>, già impegnati per sbloccare la situazione e riportare Chico a casa. Il neo ministro degli esteri Tajani vanta una trentennale esperienza di politica estera e comunitaria, che gli ha permesso di intrecciare rapporti internazionali, di altissimo livello, nel vecchio e nel nuovo continente. Prerogativa che gli tornerà sicuramente utile per lo svolgimento del suo ruolo di governo. Sul tavolo del Ministro degli esteri ci sono già i dossier che intende seguire personalmente, </span><span style="font-family: "Open Sans"; text-align: left;">per dare dei segnali inequivocabili sulla continuità della linea atlantista ed europeista:</span><span style="font-family: Open Sans;"> </span><span style="text-align: left;"><span style="font-family: Open Sans;">dalla giovane <b>Alessia Piperno</b>, prigioniera in Iran a <b>Chico Forti</b>, detenuto da due decenni in Usa, fino alle questioni che riguardano <b>l'invasione dell'Ucraina</b> e la <b>crisi energetica</b>. </span></span></span></p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><div style="text-align: justify;">Per il Presidente del Consiglio <b>Giorgia Meloni</b>, che<b> </b>è da tempo schierata dalla parte di Chico e dei suoi familiari: <i>«Le istituzioni italiane si sono occupate della vicenda di Chico, con maggiori e minori fortune. Quello che posso dire è che il <b>governo di centrodestra</b> farà tutto quello che può per mandare avanti questo iter e per consentire a Chico di ricongiungersi con i suoi cari»</i>, ha promesso la Premier che ha anche aggiunto: <i>«Con <b>Gianni Forti</b>, zio di Chico Forti, è una vicenda che Fratelli d'Italia segue da tanti anni. Ci battiamo perché questo italiano possa tornare in Italia»</i>. Dichiarazioni e posizioni che lasciano ben sperare affinché qualcosa si sbocchi e si possa riaprire un canale diplomatico che porti ad una soluzione positiva. Noi incrociamo le dita per Chico e speriamo di poter presto commentare la (buona) notizia che tutta Italia sta aspettando. Incrociamo le dita e ad maiora!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">AC, La Voce del Patriota 7 novembre 2022</span></span><span style="color: #222222; font-family: arial; font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">(<span style="color: red; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="color: red;"><a href="https://www.lavocedelpatriota.it/caso-chico-forti-si-riparte-con-il-governo-meloni/?unapproved=5553&moderation-hash=0c711b4a0a94e8399065b2a146d350ee#comment-5553" target="_blank"><span style="color: red;">leggi la fonte</span></a></span></span>)</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><br /></span></div></span>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-40328245286481837002022-10-18T11:07:00.014+02:002022-10-21T13:01:14.628+02:00Il clima d'odio in Italia è molto pericoloso. Urge responsabilità di media e politica<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIspmExS3K06KSSNWhmZPVAIysW-YzR2XLPl6VR23rheY7XDRiiV54LgiuYFbd1yYrO03WFiATP6dafac8zzGIPA9oBYAPYKpFwFYG9dVHpI_abN3I4uLZ-ZYGf3FV0M-XbGX9HKuxXWOkqewbhhQndIUcBjq4UqrPKQk0u7WjNd_5y_O7KmbeuxF4DA/s680/Ignazio%20La%20Russa%20a%20testa%20in%20giu.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="378" data-original-width="680" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIspmExS3K06KSSNWhmZPVAIysW-YzR2XLPl6VR23rheY7XDRiiV54LgiuYFbd1yYrO03WFiATP6dafac8zzGIPA9oBYAPYKpFwFYG9dVHpI_abN3I4uLZ-ZYGf3FV0M-XbGX9HKuxXWOkqewbhhQndIUcBjq4UqrPKQk0u7WjNd_5y_O7KmbeuxF4DA/s16000/Ignazio%20La%20Russa%20a%20testa%20in%20giu.jpg" /></a></div><p></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><b>Scritte e striscioni contro i neo presidenti di Camera e Sanato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa</b>, rievocazioni di piazzale Loreto, esternazioni reazionarie e chiamate alla resistenza contro il governo di Giorgia Meloni, non ancora insediato e neanche formato.</span></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi95SmLlFeD5VnYqNKOMK4IHyxhzdxgwcCM0KwHQq8fOXZn34yobQJKgEYq4iTYcfhtDttM-AjgMC4uSyNy3SvpB0O3-Kj-gYT8gGY_5Fr5N_L9j06xKVfUln2iLQPT3nNtNhWziTlIklWyINsFWopSjKyqn4vZmsdElO7ZPrSSp6CgoVYtt5l0iO9VGA/s680/Vilipendio%20Presidente%20Camera%20Fontana.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="479" data-original-width="680" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi95SmLlFeD5VnYqNKOMK4IHyxhzdxgwcCM0KwHQq8fOXZn34yobQJKgEYq4iTYcfhtDttM-AjgMC4uSyNy3SvpB0O3-Kj-gYT8gGY_5Fr5N_L9j06xKVfUln2iLQPT3nNtNhWziTlIklWyINsFWopSjKyqn4vZmsdElO7ZPrSSp6CgoVYtt5l0iO9VGA/w400-h282/Vilipendio%20Presidente%20Camera%20Fontana.jpg" width="400" /></a></span></div><p></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><b>Sta montando un clima potenzialmente pericoloso in Italia </b>e questo non lascia presagire nulla di buono. Molti media e partiti politici stanno soffiando, da mesi, sul fuoco dell'intolleranza, usando il passato come arma politica e toni sprezzanti (spesso irrispettosi) contro tutti i rappresentanti del centrodestra (o della <i>"destra destra"</i>, come la chiamano adesso). Presupposti propedeutici per alimentare una pericolosa contrapposizione sociale ed ideologica. Quasi a cercare lo scontro, anche fisico, aizzando le categorie più vulnerabili, per far capitolare la maggioranza che è uscita vincitrice nelle elezioni politiche del 25 settembre. Un'ipotesi che sarebbe l'opposto delle regole democratiche che contraddistinguono i paesi occidentali.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUFPOMGn58cbE4pKCrXuSf8gllKNCEty_hGOztdAFwJlDgUbQELAIxMBkFGjyUZSWLUCNe3Cd_4HF7LAxrfg2kVNIMj_D_KdAIgQ1NE-zRS_uziqBtSgjKej9N5H_ce9FaJcrbtkIStO1Mv0KOzzQ5DTcgDsAdSnECj3H6v_xEqQAXmbilxmMygpoA9w/s680/10%20100%201000%20acca%20larentia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="122" data-original-width="680" height="115" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUFPOMGn58cbE4pKCrXuSf8gllKNCEty_hGOztdAFwJlDgUbQELAIxMBkFGjyUZSWLUCNe3Cd_4HF7LAxrfg2kVNIMj_D_KdAIgQ1NE-zRS_uziqBtSgjKej9N5H_ce9FaJcrbtkIStO1Mv0KOzzQ5DTcgDsAdSnECj3H6v_xEqQAXmbilxmMygpoA9w/w640-h115/10%20100%201000%20acca%20larentia.jpg" width="640" /></a></div><p></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><b>Eppure le conseguenze dell'odio ideologico, in Italia, sono note a tutti </b>perché ricordiamo tutti molto bene il clima di paura ed i morti causati dagli anni di piombo e dalla guerra tra rossi e neri. In Italia ci siamo odiati fin troppo. Gli anni '70, '80 e '90 sono finiti da decenni e mi auguro che nessuno voglia rievocarli. E' ora di farla finita e di voltare pagina. </span></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><b>La politica, i giornali, le tv, il web ed i social media si devono assumere, tutti insieme, questa responsabilità</b> - anche stipulando un tacito patto come accaduto per la lotta al covid - ed evitare l'escalation sociale, perché i tempi sono difficili e molto delicati per questa grave crisi economica che è appena cominciata. Spero nell'assunzione di responsabilità di tutti perché, altrimenti, il rischio che qualcuno si faccia male diventa concreto.</span></p><p><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman"; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">AC, La Voce del Patriota 21 ottobre 2022</span></span><span style="color: #222222; font-family: arial; font-size: medium; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;">(<span style="color: red; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><a href="https://www.lavocedelpatriota.it/il-clima-dodio-in-italia-e-molto-pericoloso-urge-responsabilita-di-media-e-politica/" target="_blank"><span style="color: red;">leggi la fonte</span></a></span>)</span></span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-28512865789307194382022-10-07T18:30:00.000+02:002022-10-08T19:32:45.759+02:00 La crisi di Sigonella. Quando Craxi e l'Italia dissero no agli Usa<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><b>Tensione altissima tra i Vam dell'Areonautica, la Delta Force ed i Carabinieri. </b></span></p><p><span style="font-family: georgia; font-size: x-large;"><b><i>Quel "no" gli Usa non lo digerirono mai. Ma quella notte l’Italia ebbe la forza di contrapporsi.</i></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-daHYPCyuflU/YWMLHpkKx7I/AAAAAAAAJxI/e-KLD7Gp9TM9ZI3kORIGhzrSmLVeW556QCLcBGAsYHQ/s1093/Sigonella_RAI1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="672" data-original-width="1093" src="https://1.bp.blogspot.com/-daHYPCyuflU/YWMLHpkKx7I/AAAAAAAAJxI/e-KLD7Gp9TM9ZI3kORIGhzrSmLVeW556QCLcBGAsYHQ/s16000/Sigonella_RAI1.jpg" /></a></div><p style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Nell’ottobre di trenasette anni fa, precisamente nei 5 giorni che andarono dal 7 al 12 ottobre del 1985, la base aeronavale militare di Sigonella, in Sicilia, fu il teatro della più grave crisi diplomatica tra Italia e Usa. Il suo esito cambio (o meglio dire "stravolse, anche tragicamente") la storia politica, sociale ed economica dell'Italia e gli equilibri geopolitici di mezzo mondo.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Tutto partì il 7 ottobre del 1985 col dirottamento, nelle acque territoriali egiziane, della nave da crociera “Achille Lauro“, per mano di un commando del Fronte di liberazione della Palestina. I terroristi presero in ostaggio più di 400 passeggeri e l’equipaggio, per chiedere la liberazione di 52 palestinesi detenuti in Israele. Un'azione che ebbe degli esiti imprevisti per il nostro Paese, tanto da arrivare, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, alla soglia dello scontro armato tra forze italiane e forze statunitensi; tra i V.A.M. (il Corpo di Vigilanza dell’Aeronautica Militare) e l'Arma dei Carabinieri da una parte e la Delta Force (reparto speciale dell’Esercito degli Stati Uniti) dall’altra. Due forze alleate, con decenni di rapporti stretti e privilegiati, ad un passo dallo scontro a fuoco per la contesa dei terroristi palestinesi che sequestrarono la nave italiana ed uccisero un cittadino americano. Pur tuttavia, nella tragedia di quei giorni, la forte presa di posizione del Governo italiano fece riaccendere, nel popolo, la passione e l'orgoglio nazionale, che ancora oggi riecheggia nelle nostre teste e che ricordiamo e tramandiamo anche a futura memoria.</span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L'inizio della crisi diplomatica, tra le due potenze mondiali comincia, infatti, con l’ordine di Bettino Craxi di far circondare i soldati americani che a loro volta avevano i fucili puntati alle spalle dei nostri carabinieri. Sia gli americani che gli italiani volevano arrestare i terroristi palestinesi che avevano sequestrato la nave “Achille Lauro“, minacciato i passeggeri e ucciso e buttato in mare uno di loro, l’ebreo americano Leo Klinghoffer, costretto alla sedia a rotelle dalla sua paraplegia. Gli Usa volevano catturarli per l'uccisione del loro connazionale e per affidarli alla giustizia americana, mentre Roma riteneva (giustamente) che spettasse ai Carabinieri prenderli in carico dal momento che il tutto era avvenuto su una nave italiana equiparata dal diritto internazionale al suolo italiano. Craxi aveva capito che non poteva cedere alle pretese americane e che qualsiasi altra decisione avrebbe fatto apparire l'Italia, agli occhi del mondo, una colonia e non un alleato. Ed agì di conseguenza, facendo rispettare la sovranità nazionale ed il diritto internazionale. In pratica Sigonella passerà alla storia per essere stato il primo (ed unico) "no" dato agli Usa e </span><span style="background-color: #fcfcfc;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">l’ultima volta che riuscimmo a difendere la nostra sovranità. Per molti, però, rappresenterà l'inizio della fine.</span></span></p><p style="text-align: left;"><span style="background-color: #fcfcfc;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></span></p><p style="text-align: left;"><b style="text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;">I FATTI</span></b></p><p style="text-align: left;"><br /></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: helvetica; font-size: x-large;"><b>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="415" src="https://www.youtube.com/embed/24WR_1mZZ2s" title="YouTube video player" width="660"></iframe></b></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;"><br /></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Lunedì 7 ottobre 1985. </span></span></span></span>Un commando palestinese sequestra, nelle acque territoriali egiziane, la nave da crociera italiana Achille Lauro, con 545 persone a bordo, e la dirotta verso la Siria. </span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Martedì 8 ottobre. </span></span></span></span>La Siria non permette alla nave di entrare nelle sue acque territoriali. I terroristi uccidono Leon Klinghoffer, americano di origine ebraica. Le autorità statunitensi ricevono la notizia della morte di un cittadino americano.</span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Mercoledì 9 ottobre. </span></span></span></span>Con la mediazione dell’Olp, la nave rientra a Porto Said, in Egitto, dove gli ostaggi vengono liberati. </span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Giovedì 10 Ottobre. </span></span></span></span>Gli Stati Uniti chiedono l’estradizione del commando palestinese al Governo egiziano.</span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il Governo italiano tratta con l’Olp la consegna dei quattro dirottatori perché siano giudicati in Italia, considerato che, nel diritto nautico internazionale, una nave è territorio della bandiera che batte.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il Governo egiziano imbarca su un aereo di bandiera, con l’intenzione di trasportarli in Tunisia, i quattro dirottatori, due negoziatori palestinesi, Abu Abbas e Hani el Hassan, nominati da Arafat, un ambasciatore del governo del Cairo ed alcuni elementi del servizio di sicurezza egiziano.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il Governo tunisino nega all’aereo il permesso di atterrare.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L’aereo viene intercettato all’altezza del Canale di Sicilia da F-14 americani e dirottato.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Il Governo americano chiede a quello italiano il permesso di farlo atterrare nella base NATO di Sigonella, in provincia di Siracusa. Il presidente del Consiglio, Bettino Craxi, concede l’autorizzazione</span>.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Venerdì 11 Ottobre. </span>Ricostruiamo gli avvenimenti di quelle frenetiche ore dalle pagine del libro “<em style="box-sizing: border-box;">Nome in codice Ulisse</em>” scritto dall’ammiraglio Fulvio Martini, all’epoca dei fatti direttore del Sismi, il nostro servizio segreto militare.</span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">“<em style="box-sizing: border-box;">Alle 23,57 del 10 ottobre squillò improvvisamente il telefono. Dall’altra parte del filo c’è Bettino Craxi</em>” che, a quel tempo siede a Palazzo Chigi. “<em style="box-sizing: border-box;">Mi informò di una telefonata degli Stati Uniti: gli avevano chiesto di dare ordini per autorizzare l’atterraggio sull’aereoporto militare di Sigonella di un aereo egiziano dirottato all’altezza del Canale di Sicilia da F-14 americani</em>”.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">A bordo dell’aereo i dirottatori dell’Achille Lauro, negoziatori di Arafat ed elementi dei servizi di sicurezza egiziani con l’ambasciatore.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Martini prova a contattare il ministro della difesa, Giovanni Spadolini e i capi di stato maggiore della difesa e dell’aereonautica, senza successo. Così decide il via libera all’atterraggio. L’aereo atterra a Sigonella alle 00,15 di venerdì 11 ottobre 1985 e viene circondato dai soldati italiani, VAM dell’aereonautica e carabinieri.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Pochi minuti dopo atterrano due aerei C-141 statunitensi e scendono le forze speciali americane della Delta Force. Scendono i militari della Delta Force americana, guidati dal generale Steiner, che si dirigono verso il Boeing egiziano fermo sulla pista.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">L’intenzione è chiara: vogliono prendere prigionieri i terroristi. Sono momenti drammatici, ben rappresentati dalla foto di copertina</span><span style="box-sizing: border-box;">.</span></span></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Le truppe speciali americane, armate di tutto punto circondano gli avieri italiani e i carabinieri disposti intorno all’aereo. Immediatamente, altri carabinieri con l’ausilio di blindati circondano a loro volta gli americani.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">“<em style="box-sizing: border-box;">Cominciò un vero e proprio braccio di ferro</em>” ricorda Martini. “<em style="box-sizing: border-box;">Esistevano tre cerchi concentrici intorno all’aereo – scrive il generale – I nostri erano in territorio italiano, difendevano una legalità nazionale. Gli americani intendevano a tutti i costi impadronirsi dei quattro palestinesi responsabili tra l’altro dell’assassinio di un loro connazionale e non volevano solamente loro, volevano uno dei negoziatori palestinesi, Abu Abbas, che ritenevano fosse il vero capo del commando oltre ad essere come in effetti era un terrorista</em>”.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Comincia una guerra dei nervi, tra Martini e Steiner. L’americano sfrutta la tecnologia. Riceve notizie in tempo reale, parla con gli Stati Uniti via satellite su apparecchiature che codificano e decodificano in tempo reale le sue parole. Martini si arrangia come può: “Usavo la rete telefonica Sip” ricorda.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Nessuno sembra disposto a cedere, il comandante dei carabinieri chiama alcuni blindati. Si arriva alle 5,30 del mattino. Gli americani mollano la presa e salgono sugli aerei da trasporto e ripartono</span><span style="box-sizing: border-box;">.</span></span></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;">Sembra finita ma non è così. </span><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">La polizia italiana arresta i quattro dirottatori. </span></span></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Comincia la trattativa con gli egiziani rimasti a bordo dell’aereo. Alla fine si decide di trasferire il Boeing a Ciampino.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">“<em style="box-sizing: border-box;">Partimmo in formazione e non so come mi venne l’idea di chiedere una scorta di aerei caccia all’aereonautica</em> – continua Martini – <em style="box-sizing: border-box;">fu una saggia decisione. Poco dopo il decollo, da una pista di rullaggio secondaria, a luci spente, decollò dalla base americana di Sigonella un caccia F-14 americano della sesta flotta</em>”.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il veicolo cerca di interferire con il volo della formazione italiana per dirottare l’aereo egiziano.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">“<em style="box-sizing: border-box;">Subito dopo l’arrivo a Ciampino verso le 23,00 </em>– spiega Martini – <em style="box-sizing: border-box;">ci fu un’altra interferenza. Un secondo aereo americano, dichiarando uno stato di emergenza chiese e ottenne l’autorizzazione all’atterraggio immediato. Era solo un pretesto. Si posò in pista e si mise di traverso all’aereo egiziano. Stavo perdendo la pazienza: tramite il colonnello militare dell’aeroporto feci sapere al pilota americano che se non ubbidiva al mio ordine di togliersi di mezzo, avrei fatto buttare fuori pista l’aereo con il bulldozer: gli diedi cinque minuti; ne passarono solo tre, andò via</em>”.</span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px 0px 1rem;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box; font-weight: 700;">Alle 23,15 dell’11 ottobre 1985 finisce la querelle di Sigonella</span><span style="box-sizing: border-box;">, sarà l’ultima volta, che armi in pugno, difendemmo la nostra sovranità territoriale.</span></span></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="box-sizing: border-box;"><br /></span></span></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial;"><span style="box-sizing: border-box;"><i><span style="color: #444444;">fonte</span> <a href="https://www.filodiritto.com/sigonella-11-ottobre-1985-lultimo-scampolo-di-sovranita-nazionale">filodiritto.com</a></i></span></span></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: arial;"><span style="box-sizing: border-box;"><br /></span></span></span></span></span></span></span></p><p style="background-color: #fcfcfc; box-sizing: border-box; margin: 0px; text-align: justify;"><br /></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-8114090468635596142022-09-04T10:10:00.029+02:002022-09-13T19:32:24.837+02:00Dopo 60 anni l'Amerigo Vespucci è ancora "la più bella del mondo".<p style="text-align: left;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: georgia; font-size: x-large;"><b><i>Il primo settembre 2022, a bordo del Vespucci è stata aggiornata una pagina tra le più iconiche della storia del veliero.</i></b></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhudLU0gtf57JV7LKd_xlSD4bSUCPKFpm2rD0S3t-dXFqDM3P98bSKvV53YbAQB44h3riyCAgDV5i9Vo_F2wR6jQucwkuLW9m4xpR_98QFgt6igwBKoXTFwGIrnBPH9jemP5EwA29Cknmeh8OnvXMpCIg_UOrIHtTAeYl9bA0eIxXozALXZlxB0y8Mzmg/s660/incontro-nave-vespucci-bush.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="660" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhudLU0gtf57JV7LKd_xlSD4bSUCPKFpm2rD0S3t-dXFqDM3P98bSKvV53YbAQB44h3riyCAgDV5i9Vo_F2wR6jQucwkuLW9m4xpR_98QFgt6igwBKoXTFwGIrnBPH9jemP5EwA29Cknmeh8OnvXMpCIg_UOrIHtTAeYl9bA0eIxXozALXZlxB0y8Mzmg/s16000/incontro-nave-vespucci-bush.jpg" /></a></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span color="rgba(0, 0, 0, 0.9)" style="background-color: white; font-family: "Open Sans";">La storia si è ripetuta e il fascino della <b>nave scuola Amerigo Vespucci</b>, il veliero orgoglio della Marina Militare Italia, <a href="http://www.antoniocacace.com/2021/02/i-90-anni-dellamerigo-vespucci-la-nave.html" target="_blank">varata a Castellammare di Stabia nel 1931</a>, </span><span color="rgba(0, 0, 0, 0.9)" style="background-color: white; font-family: "Open Sans";">non accenna a diminuire. Anzi, il suo prestigio aumenta incondizionatamente nei mari di tutto mondo.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span color="rgba(0, 0, 0, 0.9)" style="background-color: white; font-family: "Open Sans";">E nel Mediterraneo tre giorni fà, il 1° settembre, è stata scritta un'altra pagina, tra le più iconiche, nella </span><span color="rgba(0, 0, 0, 0.9)" style="background-color: white; font-family: "Open Sans";">nella vita "marina" dell'Amerigo Vespucci. Il veliero italiano solcando le acque del basso Mar Adriatico, tra Manfredonia e Taranto, incrocia sulla rotta <b>la portaerei americana USS George H.W. Bush</b>. Il comandante, Capitano di Vascello David-Tavis Pollard, chiede via radio <i>“<b>Siete il veliero Amerigo Vespucci della Marina Militare Italiana?”.</b></i> Alla risposta affermativa del Capitano di Vascello Massimiliano Siragusa, gli americani hanno risposto: <i>“After 60 years you’re still the most beautiful ship in the world”</i> <i>(<b>"Dopo 60 anni siete ancora la nave più bella del mondo"</b>).</i></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span><span color="rgba(0, 0, 0, 0.9)" style="background-color: white; font-family: "Open Sans";">Era il 12 Luglio 1960</span><span style="font-family: Open Sans;"> quando, sotto le stelle del cielo estivo nel mezzo del Mar Mediterraneo, la portaerei americana USS Independence, incrociando la rotta della nostra nave scuola chiese a quest'ultima di identificarsi. Alla risposta <i>"Nave Scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana"</i> l'altra unità la salutò con l'espressione destinata a rimanere nella storia: <i>"You are the most beautiful ship in the world"</i>, (<b><i>"Siete la nave più bella del mondo"</i></b>). </span></span><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans";">Un tributo a uno dei simboli della Marina Militare Italiana e dell'eccellenza artigianale e ingegneristica italiana rimasto nella storia.</span></span></p><span style="font-family: Open Sans;"><div style="font-size: large; text-align: center;"><span color="rgba(0, 0, 0, 0.9)" style="background-color: white;">
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="355" src="https://www.youtube.com/embed/sQ-GurEXhDo" title="YouTube video player" width="600"></iframe> </span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><span style="background-color: white; text-align: left;">[</span><span face="Questrial, sans-serif" style="background-color: white; text-align: left;">il video sull'incontro tra le due navi militari]</span></span></div><div style="font-size: large; text-align: justify;"><span face="Questrial, sans-serif" style="background-color: white; font-size: 20.8px; text-align: left;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="background-color: white;">La sua importanza in mare ha cambiato anche le regole della navigazione, che prevedono che i transatlantici abbiano sempre la precedenza rispetto alle altre imbarcazioni. Ma quando i giganti del mare incontrano l'Amerigo Vespucci, nei mari di tutto il mondo, questa legge non vale più e i giganti spengono i motori, rinunciano alla precedenza e suonano tre colpi di sirena in segno di saluto. Dal 1978 il motto della nave è: </span><b><i>"Non chi comincia ma quel che persevera"</i></b><span style="background-color: white;">.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-size: medium;">Da quasi un secolo, <i>"la più bella del mondo"</i>, spiega le vele e, mantenendo la sua rotta, continua a farci sognare, come degli inguaribili romantici. </span></div></span>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-68322280264043435412022-08-06T02:31:00.012+02:002022-08-06T18:13:12.294+02:00Hiroshima, 6 agosto 1945 ore 8.15<div><b><i><span style="font-family: georgia; font-size: x-large;">La città diventata simbolo della distruzione causata dall'uomo.</span></i></b></div><div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-4C8jG59bHfo/XywSjNuUqYI/AAAAAAAAHE0/6UVZg0H_HaQy2pwfAjIxC5qHi5z9WaDpQCLcBGAsYHQ/s744/Hiroshima.jpeg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="744" src="https://1.bp.blogspot.com/-4C8jG59bHfo/XywSjNuUqYI/AAAAAAAAHE0/6UVZg0H_HaQy2pwfAjIxC5qHi5z9WaDpQCLcBGAsYHQ/s16000/Hiroshima.jpeg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><span><span>Alle 8.15 di un lunedì mattina di 77 anni anni fà, la bomba più violenta della storia dell'uomo deflagrò <b>Hiroshima</b> provocando, in una manciata di minuti, una morte orrenda per decine di migliaia di persone. Era il 6 agosto del 1945 e quella era <i>"Little Boy"</i>, la bomba atomica all'uranio che gli americani sganciarono sulla città giapponese facendo conoscere al mondo intero l'orrore che provoca un'arma atomica. La bomba esplose a 600 metri dal suolo, la temperatura salì a 1 milione di gradi e l'onda d'urto distrusse la città ed uccise 140.000 persone, molte delle quali morirono a distanza di anni tra atroci sofferenz</span><span><span>e. </span><span style="background-color: white; text-align: left;">Un vero e proprio olocausto nucleare contro una popolazione civile inerme. </span>Tre giorni dopo sganciarono la seconda bomba su <b>Nagasak</b></span><b>i</b><span> che causò altre decine di migliaia di vittime. Un capit</span><span>olo che segnò tragicamente la fine della Seconda Guerra Mondiale e che ha spinto, negli anni, molte nazioni a ripudiare l'uso delle armi nucleari nei conflitti bellici. </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">Da allora, ogni anno alla stessa ora (in Italia è l’1:15), con un breve rintocco di campana ed un minuto di silenzio, il Giappone ricorda le vittime della bomba atomica, onorando i morti ed i feriti e chiedendo alle nuove generazioni di non dimenticare mai questa tragica pagina della storia nazionale.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: Open Sans;"><span>Anche quest'anno, la cerimonia in onore delle vittime è stata ridotta per garantire la sicurezza sanitaria dei partecipanti. </span>Al raduno, nel Parco del memoriale della pace di Hiroshima, al centro della città, erano presenti il sindaco, il primo ministro <span style="background-color: white; font-weight: 700; text-align: start;">Fumio Kishida</span> ed il segretario <span style="background-color: white; text-align: left;">delle Nazioni Unite</span><span style="background-color: white; text-align: left;">, <b>Antonio Guterres</b></span>. </span><span style="font-family: "Open Sans";">Il capo dell'Onu, nel suo intervento, ha avvertito </span><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; text-align: left;">del rischio rappresentato dalle crisi in Ucraina, Medio Oriente e nella penisola coreana ricordando gli orrori subiti dalle città giapponesi. Diverse crisi con </span><span style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: "Open Sans"; font-weight: 700; line-height: inherit; outline: none; text-align: left;">“pericolose sfumature nucleari</span><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; text-align: left;"> si stanno diffondendo rapidamente”, ha detto. "Decine di migliaia di persone sono state uccise in questa città in un batter d'occhio. Donne, bambini e uomini sono stati inceneriti in un incendio infernale". I sopravvissuti, ha aggiunto, sono stati "condannati a un'eredità radioattiva" di cancro e altri gravi problemi alla salute. Per il diplomatico, </span><span style="font-family: "Open Sans";">"l'unica garanzia contro l'uso di queste armi, consiste nella loro totale eliminazione", avvertendo che</span><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; text-align: left;"> "l</span><span style="font-family: "Open Sans";">'umanità sta giocando con una pistola carica!". T</span><span style="font-family: "Open Sans";">ra il pubblico presente, anche gli </span><i style="font-family: "Open Sans";">Hibakusha</i><span style="font-family: "Open Sans";"> che sono i sopravvissuti e gli ultimi superstiti delle bombe </span><span style="background-color: white; font-family: "Open Sans"; text-align: left;">di Hiroshima e Nagasaki</span><span style="font-family: "Open Sans";">.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">L'auspicio è che, cerimonie come queste non diventino, negli anni, delle parate fine a se stesse ma riescano a far riflettere i <i>"potenti"</i> affinché si possa, un giorno, auspicare di poter vivere in un mondo non più minacciato dall'uomo (leggasi anche pochi potentati). Incrociamo le dita.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><br /></span></div>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-16660550352685272222022-05-23T07:02:00.001+02:002022-05-23T12:33:57.864+02:00Strage di Capaci, 30esimo anniversario<p><span face=""Open Sans", sans-serif" style="background-color: white; color: #222222; font-size: 15px;"> </span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: georgia, "times new roman", serif; font-size: x-large; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><strong style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><em style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">"Gli uomini passano, le idee restano, restano le</em> <em style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">loro tensioni morali, </em></strong></span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: georgia, "times new roman", serif; font-size: x-large; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><strong style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><em style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomoni".</em></strong></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-fYD1MtFQr5Y/YKi5cx25qcI/AAAAAAAAIzI/UZvdEA6jQSYLkf2iOG_HveHbeFLuE7orQCPcBGAYYCw/s1024/in_ricordo_di_Giovanni_Falcone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="901" data-original-width="1024" src="https://1.bp.blogspot.com/-fYD1MtFQr5Y/YKi5cx25qcI/AAAAAAAAIzI/UZvdEA6jQSYLkf2iOG_HveHbeFLuE7orQCPcBGAYYCw/s16000/in_ricordo_di_Giovanni_Falcone.jpg" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"> <span style="color: black;"><span style="background-color: white; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">Il 23 Maggio 1992 Giovanni Falcone, Francesca Morvillo (sua moglie) e gli uomini della sua scorta morirono in un attentato mafioso. </span><span style="background-color: white; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">500 chili di tritolo fecero saltare in aria la strada che stavano percorrendo per raggiungere Palermo dall'areoporto Punta Raisi, all'altezza di Capaci, paesino di mare.</span></span></span></p><div style="background-color: white; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;"><span style="text-align: left;">“</span><em style="outline: 0px; text-align: left; transition: all 0.3s ease 0s;">Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana</em><span style="text-align: left;">”. Questa è una frase di J. F. Kennedy,</span><span style="outline: 0px; text-align: left; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="text-align: left;">ma è la citazione che più amava Giovanni Falcone, il giudice eroe barbaramente assassinato, il 23 maggio del 1992 nella strage di Capaci, dalla mafia siciliana.</span></span></div><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><div style="text-align: justify;"><br /></div></span></div><div style="background-color: white; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="color: black; font-family: Open Sans;">Sono trascorsi <strong style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">30 lunghi anni</strong> dalla drammatica morte dei servitori delle istituzioni democratiche come <strong style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Rocco di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani</strong>, ed il nostro debito nei loro confronti non si estinguerà mai. </span></span></span></div><div style="background-color: white; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="color: black; font-family: Open Sans;"><br style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;" /></span></span></span></div><div style="background-color: white; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-size: medium; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="color: black; font-family: Open Sans;"><b>Giovanni Falcone</b> era un Giudice, con la ‘G’ maiuscola e rimarrà un esempio per tutti noi, insieme a <b>Paolo Borsellino</b>.</span></span></span></div>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-52048205002737337092022-04-09T11:05:00.128+02:002022-04-30T15:25:12.998+02:00 La guerra della (dis)in-formanzione <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6mzUDJHV2LaHOqRUoTByp4r3gIQDGSWBOTca0ipBCLFBmZFRSeiDJBfPWkeTDOrcz5pRSiX7ezsScpQxaeYl5Ut_lFcxYdGgj_LH7qXCaRgPcNPGyVWVt-xp543ToeGUyPfpfDH9EaTLUl6VTiM6QXhqUqcW2H7stTVWD4lDB6uvA7MikO88685f7cQ/s720/I%20wish%20this%20were%20fake%20news.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6mzUDJHV2LaHOqRUoTByp4r3gIQDGSWBOTca0ipBCLFBmZFRSeiDJBfPWkeTDOrcz5pRSiX7ezsScpQxaeYl5Ut_lFcxYdGgj_LH7qXCaRgPcNPGyVWVt-xp543ToeGUyPfpfDH9EaTLUl6VTiM6QXhqUqcW2H7stTVWD4lDB6uvA7MikO88685f7cQ/s16000/I%20wish%20this%20were%20fake%20news.jpg" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">I due anni di pandemia prima e la guerra in Ucraina poi, hanno fatto emergere, in maniera preponderante, il problema dell'informazione che ha smesso di informare per diventare una macchina di propaganda. Uno strumento, quello dell'informazione che, quando si schiera, non ti permette più di distinguere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto, il vero dal falso, la vittima dal carnefice. Si mischia tutto ad arte, al punto che distinguere l'informazione dalla promozione diventa un'impresa, anche per i più scafati. Questo perché ormai non è più richiesta l'onere della prova, neanche per i media ufficiali e per quelli pubblici, figuriamoci per il mondo di internet e per la platea sconfinata dei social. Il gioco è semplice: basta rappresentare una sola posizione all'ennesima potenza, per generare il "pensiero unico" e farla diventare la "vera verità". Ed ecco che <i>solo il vaccino anticovid può salvarti la vita, perché è perfetto e non ha controindicazioni </i>o, per effetto della propaganda opposta, <i>può ucciderti, renderti sterile o trasformati geneticamente. </i>Per il conflitto tra Russia e Ucraina, il meccanismo è lo stesso; vince o perde l'una o l'altra parte, a seconda del canale che guardi, dell'inviato che ascolti o dell'esperto di geopolitica che parla. Capire da che parte propende la guerra è molto complicato perché nulla è assoluto ma relativo e varia a seconda dei casi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">In questi giorni - e da oltre 50 giorni - stiamo "vivendo" la guerra in Ucraina praticamente in diretta, essendo la più documentata di sempre, grazie al gran numero di giornalisti e di media internazionali presenti sul territorio ucraino, ma è anche la guerra più colpita di sempre dalle fake news. Subito dopo l'invasione della Russia in Ucraina, ad esempio, sui social, su diversi siti internet e su alcune tv sono apparsi video falsi o riconducibili ad altre guerre, frammenti di scene che raccontano di esplosioni o lanci di paracadutisti inesistenti e false rappresentazioni che smentiscono degli eventi realmente accaduti. La propaganda di entrambe le parti, volta a distorcere le notizie e a confondere il mondo, ha moltiplicato le ricostruzioni tendenziose e le voci infondate sul conflitto, rendendo sempre più difficile l'ottenimento di informazioni certe, attendibili e veritiere. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">La distorsione dei fatti e la disinformazione sono aumentati in modo preoccupante in questi ultimi anni, grazie alla mancanza dei controlli, alla scarsa informazione degli utenti e alla rapidità di diffusione delle notizie, soprattutto sulla rete. In alcuni settori, poi, la disinformazione è particolarmente pericolosa, pensiamo ai 2 casi specifici che abbiamo fatto ed ai danni che possono provocare: le fake news sulla vaccinazione anti Covid-19 hanno rischiato di rallentare il processo di contenimento dell’infezione e, quelle sul conflitto in atto, ai danni del popolo ucraino, potrebbero far acuire gli scontri ed allargare in conflitto all'intero mondo. Pensate anche ai danni, che le <i>fake</i> possono fare (ed hanno fatto) al cambiamento climatico o in settori che riguardano i diritti umani, le elezioni politiche o i mercati finanziari. Danni enormi, capaci di cambiare gli equilibri di una nazione e l'ordine mondiale. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">Vederci chiaro, nella selva dell'informazione è veramente complicato ma non è impossibile, grazie anche agli aiuti dei nuovi strumenti a disposizione e di chi si impegna, ogni giorno, nella verifica dei fatti. <span style="background-color: #fffefc; text-align: left;">La battaglia contro la disinformazione è ardua e difficile da combattere ma è necessario farla ed è indispensabile vincere per il bene l'umanità. E non temo di esagerare. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="background-color: #fffefc; text-align: left;"><span style="outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-family: Open Sans; font-size: medium;">AC, La Voce del Patriota 19 aprile 2022</span></span><span style="color: #222222; font-family: arial; font-size: medium; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="color: #222222; font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;">(<a href="https://www.lavocedelpatriota.it/la-guerra-della-disin-formazione/" style="color: #1194f6; outline: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.3s ease 0s;" target="_blank"><span style="color: red; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">leggi la fonte</span></a>)</span></span></span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-50335173697483793422022-03-15T12:44:00.016+01:002022-03-25T10:42:19.160+01:00 Inflazione, speculazioni e caro carburanti: Sempre "tutto contro gli operai".<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi4AWgVYyMcHWGrFJ6ZRWffWc2guuoLT16eIVy2IiZw0uQsbEPTn2tmVauYn0v6xET4yovO80YUslQLPKGggn9FjqyQA8LaJr4al1G4i37EJH3_jH95-FQZOjzIqhxHKupi5eaK9lkvh0erfkYM4hXd4Cuv_aAYG617XevWq0uWjvODJClqurhcu_7UbA=s1024" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi4AWgVYyMcHWGrFJ6ZRWffWc2guuoLT16eIVy2IiZw0uQsbEPTn2tmVauYn0v6xET4yovO80YUslQLPKGggn9FjqyQA8LaJr4al1G4i37EJH3_jH95-FQZOjzIqhxHKupi5eaK9lkvh0erfkYM4hXd4Cuv_aAYG617XevWq0uWjvODJClqurhcu_7UbA=s16000" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i>"Tanto tuonò che alla fine piovve", </i>è questo il detto popolare che possiamo utilizzare per celebrare le (tanto annunciate) truffe e gli attacchi speculativi ai danni delle famiglie e delle aziende italiane. Un combinato disposto capace di mettere in crisi il potere d'acquisto dei primi e la sopravvivenza dei secondi. I prezzi sono alle stelle, tutto è diventato molto più caro del solito: sono care le materie prime, duplicate le bollette e sono aumentati in maniera esponenziale il costo dell'energia e dei carburanti. Assistiamo ad una corsa al rincaro indiscriminato (ed in molti casi ingiustificato) che, come al solito, nessuno in Italia sembra in grado di arrestare. A differenza del "caro mascherina", sui carburanti e sulle bollette il Governo non sembra intenzionato a bloccare i prezzi e né, tanto meno, a tagliare le accise come già si sta facendo in Europa.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Mentre in Austria, ad esempio, il caro benzina è arrivato ad 1,50 euro al litro, in Italia benzina e gasolio hanno sfondato (abbondantemente) la soglia psicologica dei 2 euro. Eppure, la crisi economica a cui sono soggette le due nazioni è la stessa, entrambe - come per l'intera Europa - si trovano a dover affrontare la crisi pandemica ed il conflitto ucraino, ma la ricaduta sulle rispettive popolazioni è molto differente. Da noi le tasse la fanno da padrone quanto - e forse anche di più - le speculazioni in atto, tanto che l'inflazione è schizzata e gli italiani si trovano a dover pagare, per i prodotti e i servizi che acquistano, molto di più di quanto realmente valgono. Le accise sui carburanti, ad esempio, sono le più alte tra i Paesi dell'Unione Europea, addirittura i due terzi di quello che paghiamo per fare rifornimento è costituito da accise ed Iva. E sono sempre aumentate in tutti questi anni, nonostante le tante promesse della politica di cancellarle. Utilizzate per fronteggiare specifiche emergenze economiche, le accise sui prodotti energetici si sono moltiplicate e sommate nei decenni, diventando una parte strutturale ed importante del sistema fiscale. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Accise su accise per finanziare guerre e fronteggiare emergenze e crisi del secolo scorso, di cui non si ha più neanche memoria, che però continuiamo a pagare. Un costo perpetuo sulle spalle dei cittadini, che in realtà serve a pagare un classe politica incapace di produrre una vera riforma fiscale, capace di essere equa e sostenibile per tutti.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #0f9a31; font-family: arial; font-size: large;"><b></b></span></p><blockquote><span style="color: #0f9a31; font-family: arial; font-size: large;"><b>AGGIORNAMENTO DEL 22 MARZO 2022:</b></span></blockquote><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>Per dovere di informazione, riportiamo gli ultimi aggiornamenti sul caro carburante. Il Governo ha finalmente deciso di correre ai riparti varando due decreti che tagliano</span> le accise di 30,5 centesimi al litro.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">I decreti, che portano la </span><span style="background-color: white; font-family: arial; text-align: start;">firma del presidente del Consiglio </span><span style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; font-family: arial; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: start; vertical-align: baseline;">Mario Draghi</span><span style="background-color: white; font-family: arial; text-align: start;"> e del ministro dell’Economia </span><span style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; font-family: arial; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: start; vertical-align: baseline;">Daniele Franco,</span><span style="font-family: arial;"> contengono le norme temporanee per ridurre il prezzo di vendita al consumo. Il taglio delle accise sarà di 25 centesimi per benzina e diesel, a cui va aggiunta l'Iva al 22%, mentre per il Gpl le accise diminuiranno di 8,5 centesimi che, con l'Iva, si arriverà a 10,37 centesimi.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; text-align: start;">Finalmente le agevolazioni che tutti gli italiani attendevano sono arrivate e saranno valide per un periodo di </span><span style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: start; vertical-align: baseline;">30 giorni</span><span style="background-color: white; text-align: start;"> a partire da oggi</span><span style="background-color: white; text-align: start;">. </span><span style="background-color: white; letter-spacing: 0.19998px; text-align: left;">Ma non è tutto. Il Governo ha anche previsto che, fino al 31 dicembre di quest'anno, le aliquote di questi tributi potranno essere rideterminate senza dover ricorrere ad un decreto legge ma solo con un provvedimento ministeriale. Da oggi, forse, si è imboccata una strada che ci porterà a fronteggiare questa nuova crisi.</span><span style="background-color: white; text-align: start;"> </span></span><span style="background-color: white; font-family: arial; text-align: start;"> </span></span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-88627330971453357222022-02-22T07:21:00.001+01:002022-02-22T07:21:00.158+01:00 L'Amerigo Vespucci, la "nave più bella del mondo" , è una splendida 91enne<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-G0W_B1xW1YM/YDVpGZDVQjI/AAAAAAAAIMg/xhyzzAyx2Xk2NxCSpFR03_LpOnT80DIswCLcBGAsYHQ/s660/nave%2BAmerigo%2BVespucci.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="660" src="https://1.bp.blogspot.com/-G0W_B1xW1YM/YDVpGZDVQjI/AAAAAAAAIMg/xhyzzAyx2Xk2NxCSpFR03_LpOnT80DIswCLcBGAsYHQ/s16000/nave%2BAmerigo%2BVespucci.jpg" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Era il 22 febbraio del 1931 quando veniva varata, presso il Cantiere Navale di Castellammare di Stabia, l'<b>Amerigo Vespucci</b>, la nave della <b>Marina Militare Italiana, </b></span><span style="font-family: arial;">che oggi festeggia i suoi primi 91 anni di attività. Il 22 febbraio, non a caso, è anche l’anniversario della morte del celebre navigatore ed esploratore fiorentino, di cui la nave porta il nome.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Nata come Regia nave scuola, <span style="background-color: white; color: #0c0c0c;">per l’addestramento degli allievi ufficiali, </span>dell'allora Regno d'Italia con Re Vittorio Emanuele III, si legge in una nota della Marina Militare, il Vespucci è da sempre uno dei simboli della nostra Marina nel mondo, "l'immagine inconfondibile che risalta nei porti e nelle acque della nostra Nazione". Il veliero, di 101 metri, ovunque attracca attira migliaia di persone che desiderano visitarla ed ammirare "lo stile italiano". Dal punto di vista tecnico l’Amerigo Vespucci è una nave a vela con motore, con tre alberi verticali dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora che a tutti gli effetti è un quarto albero.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-sgqGlQzrLJI/YDVpRXQl2xI/AAAAAAAAIMk/qhe5Gcim4aYTS3zsrl6QJyia_G8YWLqhACLcBGAsYHQ/s800/Amerigo%2BVespucci%2B-Indipendence.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="423" data-original-width="800" src="https://1.bp.blogspot.com/-sgqGlQzrLJI/YDVpRXQl2xI/AAAAAAAAIMk/qhe5Gcim4aYTS3zsrl6QJyia_G8YWLqhACLcBGAsYHQ/s16000/Amerigo%2BVespucci%2B-Indipendence.jpg" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L'appellativo di <b>"nave più bella del mondo"</b> risale al 1962, dopo l'incontro nel Mediterraneo con la <b>portaerei statunitense USS Independence</b> che, dopo aver chiesto al veliero di identificarsi tramite il segnalatore luminoso, alla risposta "Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana", replicò: "Siete la nave più bella del mondo". </span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-akwZjawUR7I/YDVpgUVaHjI/AAAAAAAAIMs/qn69oRPnhAkpZb8FJLSGVBeUv94Np4KMQCLcBGAsYHQ/s660/Amerigo%2Bvespucci%2Be%2BLuna%2BRossa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="431" data-original-width="660" src="https://1.bp.blogspot.com/-akwZjawUR7I/YDVpgUVaHjI/AAAAAAAAIMs/qn69oRPnhAkpZb8FJLSGVBeUv94Np4KMQCLcBGAsYHQ/s16000/Amerigo%2Bvespucci%2Be%2BLuna%2BRossa.jpg" /></a></div>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-40657749547930480802022-02-01T10:49:00.038+01:002022-02-17T07:55:38.502+01:00Caso Marò: dopo 10 anni è arrivata l'archiviazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg_uDX2Ip_0njMCNL4qWbmfQTSqrTypA1f6UQHtqcaGV6WfFu15xvOVoEqImpPG8zZiddSvFN0HZin9-JMe-EizLFZ4jvOUeSuPqBFdtEKY8xaOFK7Zvsay6rpgWXxAj9byGPOZsgMX0H_BgjjgJksA7I6l4Q6D0qr0EPLsmLVPBSJCZz75oiKSDqB--w=s2048" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1247" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg_uDX2Ip_0njMCNL4qWbmfQTSqrTypA1f6UQHtqcaGV6WfFu15xvOVoEqImpPG8zZiddSvFN0HZin9-JMe-EizLFZ4jvOUeSuPqBFdtEKY8xaOFK7Zvsay6rpgWXxAj9byGPOZsgMX0H_BgjjgJksA7I6l4Q6D0qr0EPLsmLVPBSJCZz75oiKSDqB--w=s16000" /></a></div><p></p><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="background-color: white; text-align: left;">Finalmente buone notizie per <b>Salvatore Girone</b> e <b>Massimiliano Latorre</b>. </span><span style="background-color: white; text-align: left;">Il Gip di Roma ha accettato la richiesta della Procura ed ha archiviato l’inchiesta nei confronti dei <b>due Marò</b>.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span><span style="font-family: arial;"><b>«Girone e Latorre agirono per legittima difesa». </b>Con queste parole, messe</span><span style="font-family: arial;"> nero su bianco,</span><span style="font-family: arial;"> il giudice per le indagini preliminari, dott. </span></span><span style="background-color: white; font-family: arial;">Alfonso Sabella</span><span style="font-family: arial;">, ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta sui due fucilieri della Marina Militare Italiana, accusati di aver ucciso due pescatori indiani durante una missione anti-pirateria nel 2012.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Per il giudice, che ha deciso l'archiviazione dell'inchiesta, «è chiarissimo come, più che legittimamente Massimiliano Latorre e Salvatore Girone si trovassero in una situazione tale da far pensare a un attacco di pirati alla nave Enrica Lexie, nessuna perplessità sul fatto che i due militari abbiano agito in stato di legittima difesa, almeno, putativa». </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;">LE PRIME REAZIONI DEI DUE MITILATI</span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white;"><span><br /></span></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white;"><span>Su facebook la gioia di Latorre che scrive: «Oggi, 1 Febbraio, mi sono svegliato per il primo giorno da Uomo e Militare libero. T</span></span><span style="background-color: white; text-align: left;">ante volte mi sono chiesto se avessi mai avuto la fortuna di assaporare la gioia che sto provando» ma oggi posso «gioire ed assaporare questa felicità riscattandomi di quella gioia mai assaporata prima, dato che le condizioni di salute con cui rientrai in Italia nel Settembre 2014</span><span style="background-color: white;">». R</span><span style="background-color: white; text-align: left;">icorda poi le date della vicenda: </span></span><span style="background-color: white; font-family: arial;">«</span><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; text-align: left;">15 Febbraio 2012 - 31 Gennaio 2022. FINE !!!!!</span></span><span style="background-color: white; font-family: arial;">»</span><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white;">. </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Più duro il post di Girone: «Da oggi si chiude un capitolo della mia vita dal peso non indifferente che ha lasciato in me delle grosse ferite ancora aperte nei confronti di un sistema cui credevo molto».</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></span></div><div style="text-align: start;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="background-color: white;"><b>IL COMMENTO</b></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; box-sizing: border-box; text-align: start;"><span style="box-sizing: border-box;"><br /></span></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span style="background-color: white; box-sizing: border-box; text-align: start;"><span style="box-sizing: border-box;">E’ stato un calvario</span></span><span style="background-color: white; text-align: start;"> lungo 10 anni per i due militari e per tutti gli italiani che hanno seguito questa vicenda, apparsa, sin da subito, ingiusta ed assurda. Ma almeno alla fine la verità è emersa, giustizia è stata fatta e l'onore è stato ristabilito</span><span style="background-color: white; box-sizing: border-box; text-align: start;">. Al netto della bella notizia non può non restare l'amarezza per non essere riusciti a risolvere </span></span><span style="background-color: white; font-family: arial; text-align: left;">(come Stato) </span><span style="background-color: white; font-family: arial; text-align: start;">questa vicenda (di Stato) in tempi accettabili, facendo trascorrere, ai due militari ed alle loro famiglie, anni difficili e di angosce che, sicuramente, non potranno mai cancellare.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span style="background-color: white; box-sizing: border-box; text-align: start;"><br /></span></span></div>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-55695177834274308102021-12-15T16:04:00.036+01:002021-12-22T10:26:30.528+01:00 Tragedia Ravanusa: la lettera del prof Pietro Carmina ai suoi studenti lascia un segno indelebile<p style="text-align: center;"><span style="text-align: justify;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiqIFx5RjHUtAatBmQMfCwp8hst3S0x1VTL1iv9U02Mea-PVx1k_CE5-uMFSY3ClwHSN0uH54f0hClmHH-jYLRoZsJVaRILhUNjsrTuYlfH6fNnxJJ16YbrSZXQWrXTr7SRaPe4PoaY6cHN4tZyLIe8aTR5JoeS12ZcO4Jy4EkhoysVEHDv4irG_YLglw=s1140" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="1140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiqIFx5RjHUtAatBmQMfCwp8hst3S0x1VTL1iv9U02Mea-PVx1k_CE5-uMFSY3ClwHSN0uH54f0hClmHH-jYLRoZsJVaRILhUNjsrTuYlfH6fNnxJJ16YbrSZXQWrXTr7SRaPe4PoaY6cHN4tZyLIe8aTR5JoeS12ZcO4Jy4EkhoysVEHDv4irG_YLglw=s16000" /></a></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Stiamo conoscendo proprio in queste ore, sui social, le storie delle vittime dell'esplosione a Ravanusa, in provincia di Agrigento. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Nella mattina di lunedì 13 dicembre le cronache hanno riportato la notizia di altri 4 corpi sotto le macerie: tra loro, il professore Pietro Carmina e sua moglie Carmela Scibetta.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Pietro Carmina, 68 anni, era andato in pensione nel 2018, lasciando la cattedra di storia e filosofia, del Liceo Ugo Foscolo di Canicattì, dopo 43 anni di onorata carriera. Per quel traguardo così importante e sentito, aveva scritto una lunga lettera a tutti suoi studenti incontrati nei suoi anni di scuola e che oggi sembra un testamento morale.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Come raccontano i tanti messaggi lasciati sui social, il Professor Carmina non era il il classico insegnante che ti spiegava la lezione, ma si prendeva cura di te, t’insegnava a vivere. E così si racconta lui stesso, nel commiato dalla scuola. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La voglio condividere perché tocca il cuore e l'anima e perché mi spinge a riflettere sull'importanza di vivere una vita che valga la pena di essere ricordata. <span style="background-color: white; text-align: left; white-space: pre-wrap;">Che lasci un bel ricordo e dia un motivo per pensarci</span>. Il Professore c'è sicuramente riuscito con i suoi insegnamenti lasciando, ai suoi allievi ed ai suoi cari, un ricordo bello, unico e indimenticabile.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Non voglio anticiparvi nulla, nessuno stralcio, dovete leggerla d'un fiato come ho fatto io. Magari da soli, in silenzio, per la giusta atmosfera e per evitare l'imbarazzo nel caso una lacrima dovesse uscire e farsi notare. Buona lettura.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><i>"Ai miei ragazzi, di ieri e di oggi.</i></span></p><p style="text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgy6QiAnvrpTn-8MZLhZI2aD-FhOEkGLH-tfcMfIt-HGtw56CY2thWnLXSbAvjn2lb3vVko88HepQI_2sBhwBhZMBilYTukd8FxNj2JeJSj5tVc7yFaUvyal362cnn3Ns0u8rWZlZasfz5bLmzksRD4yfcu9qOd_AS61o0wTZBGh6POJDC4QO2EgRu1jA=s534" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="534" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgy6QiAnvrpTn-8MZLhZI2aD-FhOEkGLH-tfcMfIt-HGtw56CY2thWnLXSbAvjn2lb3vVko88HepQI_2sBhwBhZMBilYTukd8FxNj2JeJSj5tVc7yFaUvyal362cnn3Ns0u8rWZlZasfz5bLmzksRD4yfcu9qOd_AS61o0wTZBGh6POJDC4QO2EgRu1jA=s320" width="240" /></a></div><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><i>Ho appena chiuso il registro di classe. Per l'ultima volta. In attesa che la campanella liberatoria li faccia sciamare verso le vacanze, mi ritrovo a guardare i ragazzi che ho davanti. E, come in un fantasioso caleidoscopio, dietro i loro volti ne scorgo altri, tantissimi, centinaia, tutti quelli che ho incrociato in questi ultimi miei 43 anni.</i></span><p></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><i>Vorrei che sapeste che una delle mie felicità consiste nel sentirmi ricordato. Ma una delle mie gioie è sapervi affermati nella vita; una delle mie soddisfazioni la coscienza e la consapevolezza di avere tentato di insegnarvi che la vita non è un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista. Ho imparato qualcosa da ciascuno di voi, e da tutti la gioia di vivere, la vitalità, il dinamismo, l'entusiasmo, la voglia di lottare,</i></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><i>Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non "adattatevi", impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente.</i></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><i>Il pullman è arrivato. Io mi fermo qui. A voi, buon viaggio".</i></span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><i>Il Prof. Pietro Carmina</i></span></p><p style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Buon viaggio a te, caro Professore.</b></span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-43735219524793920182021-11-25T20:27:00.021+01:002022-01-21T08:31:39.541+01:00 #Chicosonoio, la nuova campagna di mobilitazione per riportare Chico Forti in Italia.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-AWtkGmSm77Q/YaPdVJc0bjI/AAAAAAAAJ-s/vsWsynuqfGYeR230RyyRMyVgGm2CDuEXwCLcBGAsYHQ/s1000/Chico%2BForti%2Bsono%2Bio%2B-%2Bcampagna.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="624" data-original-width="1000" src="https://1.bp.blogspot.com/-AWtkGmSm77Q/YaPdVJc0bjI/AAAAAAAAJ-s/vsWsynuqfGYeR230RyyRMyVgGm2CDuEXwCLcBGAsYHQ/s16000/Chico%2BForti%2Bsono%2Bio%2B-%2Bcampagna.jpg" /></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sono veramente tante, soprattutto in questo anno trascorso, le volte in cui abbiamo sperato (ed annunciato) che <b>Chico Forti </b>potesse finalmente rientrare in Italia, nella sua Trento e da mamma Maria che lo aspetta da oltre 20 anni. <a href="http://www.antoniocacace.com/2020/12/chico-forti-torna-in-italia.html" target="_blank"><span style="color: #cc0000;">Lo abbiamo fatto, me compreso</span></a>, soprattutto da quando il Governatore della Floria accettò la richiesta di trasferimento in un carcere italiano, sulla base di quanto stabilito dalla Convenzione di Strasburgo del 1983.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Lo aspettiamo almeno dall'annuncio del ministro Di Maio, dello scorso dicembre, dove veniva dato il suo rientro per imminente, si ipotizzavano addirittura poche settimane. Poi lo aspettavamo il 14 febbraio per il compleanno della mamma, l'abbiamo aspettato per Pasqua, per maggio ed in fine per settembre. E invece niente, da quella lontana vittoria degli avvocati e della diplomazia italiana, la giustizia americana ha trovato sempre un motivo per far slittare il trasferimento a data da destinarsi. Tant'è che ancora oggi, dopo un anno, Chico è ancora detenuto in un penitenziario degli Stati Uniti e non c'è dato sapere se e quando potrà fare rientro.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">E quando al tempo dei social la speranza si affievolisce, scatta inevitabilmente la mobilitazione sul web. I sostenitori di Chico, stanchi dei continui rinvii a tempo indeterminato, hanno fatto partire una grande campagna comunicativa intitolata <b><u>«Chico Forti sono io»</u></b>, al fine di tenere alta l'attenzione e sensibilizzare l'opinione pubblica. </span></p><p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-SuPPrz1W8C0/YaPduqRkMbI/AAAAAAAAJ-0/Fqr9CjmfXlgbxJL3C4F8Xlb1yQ4yG561wCLcBGAsYHQ/s831/Chico%2BForti%2Bweb.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="831" src="https://1.bp.blogspot.com/-SuPPrz1W8C0/YaPduqRkMbI/AAAAAAAAJ-0/Fqr9CjmfXlgbxJL3C4F8Xlb1yQ4yG561wCLcBGAsYHQ/s16000/Chico%2BForti%2Bweb.jpg" /></a></div><p></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">L'adesione è stata da subito molto alta e sono già tanti i comuni, le aziende ed i singoli cittadini che hanno aderito (grazie alla pagina <a href="https://www.chicosonoio.it/index.php/services/"><span style="color: #cc0000;">https://www.chicosonoio.it/index.php/services/</span></a> dove è possibile scaricare i download) facendo apparire su molte città, da nord a sud, grandi cartelloni e striscioni col motto <b>«Chico Forti sono io»</b>. Tutti quelli che decidono di aderire – spiegano </span><span style="font-family: arial;">i promotori </span><span style="font-family: arial;">in un comunicato stampa – </span><i style="font-family: arial;">«sorprenderanno con la loro generosità tutta l'Italia. I profili social saranno inondati dalle immagini del motto e con l'hashtag #chicosonoio».</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">I sostenitori di Chico hanno attivato anche i siti internet <a href="http://www.chicosonoio.it"><span style="color: #cc0000;">www.chicosonoio.it</span></a> e <span style="color: #cc0000;"><a href="http://www.chicoforti.com"><span style="color: #cc0000;">www.chicoforti.com</span></a> </span></span><span style="background-color: white; font-family: arial;">per tenerci aggiornati sulle eventuali iniziative da intraprendere in caso continuino gli stalli ed i rinvii. Anche noi ovviamente ci siamo iscritti e teniamo sotto controllo la vicenda, sperando di darvi quanto prima la bella notizia.</span></span></p><p><span style="color: #222222; font-family: arial; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;">AC, Civonline.it 29 novembre 2021 </span><span style="font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;">(<span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><a href="https://www.civonline.it/2021/11/29/chicosonoio-la-nuova-campagna-di-mobilitazione-per-riportare-chico-forti-italia/" target="_blank"><span style="color: red;">leggi la fonte</span></a></span>) </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><br /></span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-61862638375486783412021-11-12T08:01:00.000+01:002022-11-12T11:31:54.179+01:00Per non dimenticare: 18° anniversario della strage di Nassiriya <div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana";"></span><span style="font-family: "verdana";"></span><strong><em><span style="color: #0b5394; font-family: "georgia";"></span></em></strong><span style="font-family: "verdana";"></span></div>
<div class="separator" style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium; clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="border-bottom: medium none; border-color: initial; border-left: medium none; border-right: medium none; border-style: none; border-top: medium none; border-width: medium;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="Risultati immagini per strage Nassiriya" src="http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2015/11/Nassiriya.jpg" /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">In un mattino di novembre a Nassiriya, nel sud dell’Iraq, un boato spezzò la vita all’interno della base italiana in missione di Pace. </span></i></b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><i><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Nell’attentato del 12 novembre 2003 persero la vita 19 italiani: 12 erano carabinieri, 5 militari dell’esercito e 2 civili (un regista ed un cooperatore internazionale).</span></i></b></div>
</div>
</div>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>A</span><span>lle ore 10.40, ora locale (le 08.40 in Italia), di quel tragico 12 novembre del 2003, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti alla base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, provocando l’esplosione del deposito munizioni e la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili.</span></span></div>
<span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br />
</span><div style="background-color: white; overflow: hidden; text-align: justify; text-decoration: none;">
<a href="http://www.corriere.it/methode_image/2014/04/04/Esteri/Foto%20Esteri%20-%20Trattate/13f1xx-023-kCoF-U4301014248632818CC-593x443@Corriere-Web-Sezioni.JPG?v=20140404212610" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="color: black; font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" height="238" src="http://www.corriere.it/methode_image/2014/04/04/Esteri/Foto%20Esteri%20-%20Trattate/13f1xx-023-kCoF-U4301014248632818CC-593x443@Corriere-Web-Sezioni.JPG?v=20140404212610" width="320" /></span></a><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span face=""verdana" , sans-serif">Il tentativo di un Carabiniere, di guardia all’ingresso della base “Maestrale”, di fermare con il fucile in dotazione gli attentatori suicidi riuscì, tant’è che il camion non esplose all’interno della caserma, ma sul cancello di entrata, in caso contrario la strage sarebbe stata di ben più ampie dimensioni.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif">I primi soccorsi furono prestati dagli stessi Carabinieri, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.</span></span></div><div style="background-color: white; overflow: hidden; text-align: justify; text-decoration: none;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span></div><div style="background-color: white; overflow: hidden; text-align: justify; text-decoration: none;">
<span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>Mi piacerebbe che ognuno di noi li ricordasse a proprio modo, magari in silenzio. Vorrei che ognuno di noi, non dimenticasse i nostri uomini caduti in terra straniera per servire la nostra Patria!</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="color: black;"><br /></span>
<br />
</span><div style="color: black; text-align: center;">
<strong><span style="font-family: arial; font-size: medium;">PER NON DIMENTICARE</span></strong><br />
<strong><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></strong></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/YtE6IuN90Ek" width="560"></iframe><br />
<br /><div style="text-align: left;"><span face=""verdana" , sans-serif"><span style="background-color: white; color: #222222; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="font-family: "Open Sans"; outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">AC, Il Sovranista.info</span></span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;"> </span><span style="background-color: white; font-family: arial; font-size: 15px; outline: 0px; text-align: justify; transition: all 0.3s ease 0s;">(<span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><span style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><a href="https://www.ilsovranista.info/2019/11/per-non-dimenticare-16-anniversario.html" target="_blank"><span style="color: red;">leggi la fonte</span></a></span></span>)</span><i><span style="color: blue;"> </span></i></span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-16945059878720227652021-10-29T18:53:00.013+02:002021-10-29T19:11:20.514+02:00Tenta il suicidio, l'umanità di alcuni perfetti sconosciuti lo salva.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-kKjmCDlmWvY/YXwX_5Ytj2I/AAAAAAAAJ3w/rm1E7JGwZ4UeomPGUXXyqbFdHSPrqx5lwCLcBGAsYHQ/s1200/salvo-suicida-a-Londra.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="977" data-original-width="1200" src="https://1.bp.blogspot.com/-kKjmCDlmWvY/YXwX_5Ytj2I/AAAAAAAAJ3w/rm1E7JGwZ4UeomPGUXXyqbFdHSPrqx5lwCLcBGAsYHQ/s16000/salvo-suicida-a-Londra.jpg" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La foto è stata scattata a Londra, qualche tempo fa, ed immortala un uomo sul bordo di un ponte in procinto di gettarsi giù, per farla finita. Per fortuna, poi, il lieto fine: alcuni passanti lo notato, lo convincono a desistere e poi gli salvano la vita.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>Di lui non si sa niente, nè nome nè altro ma, come potrete immaginare ai tempi dei social, la foto </span>è diventata virale ed ha fatto il girono del mondo. Quello che si sa è che, dopo averlo salvato sono rimasti così come li vedete, avvinghiati a lui per un'ora, in attesa dell'arrivo dei soccorsi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>Se guardate attentamente questa foto e scrutate ogni singolo particolare, ogni singola persona su quel ponte, noterete tutta la forza e l'essenza dell'essere umano; quell'altruismo misto a coraggio e caparbietà, capace di trasformare dei comuni mortali in esseri invincibili. Guardi tutti quei perfetti sconosciuti - lì chissà per q</span><span style="background-color: white; text-align: left;">uale congiuntura astrale - </span>e capisci che l'umanità non è morta e che quell'uomo disperato non potrà fare altro che tornare sano e salvo dalla sua famiglia.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Guardi questa foto - inno alla vita - e ti prometterti che non avrai mai paura di aiutare qualcuno. Una foto da Premio Pulitzer.</span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-16369729746811721752021-10-04T22:56:00.032+02:002021-10-14T16:51:18.022+02:00 Gesto esemplare di un giovane Carabiniere donna: salva una madre di 3 figli dal suicidio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-gkf9qb21zyE/YWdK872tyHI/AAAAAAAAJxU/mgm6Hb67tdsp2mQhOP1VU5oW4jkRdKUHgCLcBGAsYHQ/s708/Gesto%2Besemplare%2Bdi%2Buna%2Bgiovane%2BCarabiniera%2Bsalva%2Buna%2Bmadre%2Bdi%2B3%2Bfigli%2Bdal%2Bsuicidio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="377" data-original-width="708" src="https://1.bp.blogspot.com/-gkf9qb21zyE/YWdK872tyHI/AAAAAAAAJxU/mgm6Hb67tdsp2mQhOP1VU5oW4jkRdKUHgCLcBGAsYHQ/s16000/Gesto%2Besemplare%2Bdi%2Buna%2Bgiovane%2BCarabiniera%2Bsalva%2Buna%2Bmadre%2Bdi%2B3%2Bfigli%2Bdal%2Bsuicidio.jpg" /></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sono le 8 di mattina di domenica 3 ottobre, a Perarolo di Cadore (in provincia di Belluno), quando arriva una telefonata, al 112 dei Carabinieri, per una donna che minaccia di buttarsi giù dal ponte. Scatta l'allarme. Sul posto, la prima pattuglia ad arrivare è quella della stazione di San Vito di Cadore, con a bordo un carabiniere esperto ed un giovane carabiniere donna, Martina Pigliapoco, che scopriremo diventerà l'eroina di questa storia. I due militari raggiungono il ponte tibetano e la donna, che già aveva scavalcato la protezione laterale ed era in bilico su uno dei tiranti esterni, minacciava di buttarsi giù, nel canalone di 80 metri. La giovane carabiniere - forse per istinto - prende in mano la situazione, si avvicina alla donna ed inizia a parlarle con l'intento di allacciare un rapporto di fiducia e di convincerla a desistere e a tornare dalla sua famiglia. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-XqnvuKkifMM/YWdLJqQwmlI/AAAAAAAAJxY/kdKAWhhp5V0FbRwXgfzlkQRp7f70IhR0wCLcBGAsYHQ/s800/Carabiniere-salva-donna-dal-suicidio%2B2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="800" src="https://1.bp.blogspot.com/-XqnvuKkifMM/YWdLJqQwmlI/AAAAAAAAJxY/kdKAWhhp5V0FbRwXgfzlkQRp7f70IhR0wCLcBGAsYHQ/s16000/Carabiniere-salva-donna-dal-suicidio%2B2.jpg" /></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La donna, originaria di Trevigiano, aveva tutte le intenzioni di suicidarsi, tanto da non permettere a nessuno di avvicinarsi. L'unica che è riuscita a farsi accettare è stata Martina, la giovane carabiniera. Dopo 4 ore di colloquio finalmente il lieto fine: la donna, madre di tre figli, è rientrata nel ponte e, insieme alla carabiniera, si è messa al sicuro. Grazie ad una giovane donna in divisa, Martina Pigliapoco, ed alla forza del dialogo, una mamma continua a vivere per i suoi figli e tre figli hanno ancora una madre che pensa a loro. Una bella storia che riempie il cuore di gioia. </span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-50072494206910342022021-08-23T10:45:00.067+02:002021-09-01T08:22:22.294+02:00 A Kabul l'Italia migliore<p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ydCV0BBwOtA/YStPrBSK3MI/AAAAAAAAJpk/FfpzncgIyPcZH8zAkRCXPVzVh0USO3EegCLcBGAsYHQ/s824/Tommaso%2BClaudi%2BKabul%2BAfghanistan.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="824" src="https://1.bp.blogspot.com/-ydCV0BBwOtA/YStPrBSK3MI/AAAAAAAAJpk/FfpzncgIyPcZH8zAkRCXPVzVh0USO3EegCLcBGAsYHQ/s16000/Tommaso%2BClaudi%2BKabul%2BAfghanistan.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">l'Italia che aiuta: a destra un Carabiniere del Tuscania - a sinistra il console Tommaso Claudi.</td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial;"><br /></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>C'è un bel pezzo d'Italia in Afghanistan</b> che ci sta facendo sentire orgogliosi di essere italiani. Uomini e donne - spesso ragazzi o poco più - rimasti in prima linea nel Paese riconquistato dai talebani, per garantire la sicurezza dei nostri connazionali e del personale afghano che ha collaborato, a vario titolo, con le nostre truppe. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span><b>Tommaso Claudi</b>, è l'ultimo diplomatico italiano rimasto nel Paese. Da giorni è impegnato nelle operazioni di evacuazione all'interno dell'aeroporto di Kabul e diventato <b>il simbolo dell'Italia che aiuta</b>, grazie ad una foto diventata virale </span><span face="SkyText, Arial, Tahoma, Verdana, sans-serif" style="background-color: white; color: #1f1f1f; letter-spacing: 0.19998px; text-align: left;">nella quale, con giubbotto antiproiettile,</span><span face="SkyText, Arial, Tahoma, Verdana, sans-serif" style="-webkit-font-smoothing: antialiased; backface-visibility: hidden; background-color: white; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #1f1f1f; letter-spacing: 0.19998px; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; text-align: left; z-index: 100;"> </span><span>prendeva in braccio un bambino in lacrime dalla folla e lo traeva in salvo al di là del muro.</span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">31 anni, originario di Camerino (Macerata), è il viceconsole a Kabul ed il responsabile delle operazioni per la messa in sicurezza ed il rientro in Patria del contingente italiano. Claudi lavora in prima linea da giorni, senza sosta e incurante dei rischi che corre, per salvare quanti più afghani, soprattutto donne e bambini, dalla minaccia dei talebani; migliaia di persone che saranno portate in Italia grazie ai ponti aerei garantiti dalla nostra Aeronautica. Con lui, dietro e davanti quel muro di cinta, che divide la speranza dalla disperazione, ci sono <b>i Carabinieri del 1° Reggimento Paracadutisti Tuscania, gli uomini della nostra intelligence e l'Aeronautica Militare</b>. Donne e uomini dello Stato che si sacrificano per garantirci la libertà.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Eroi in carne ed ossa, pronti ad andare dove i potenti del mondo hanno rinunciato, ci rendono orgogliosi di essere italiani e ci pongono d'esempio nel mondo. Senza dubbio <b>la nostra Italia migliore</b>, quella che aiuta chi ha (veramente) bisogno e scappa dalla guerra, a cui va un sentito "Grazie". Per quello che stanno facendo e per il modo in cui lo fanno. </span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-39013792608519108992021-08-10T14:35:00.011+02:002021-08-10T22:19:27.586+02:0010 agosto 1916: Nazario Sauro, un italiano fino alla fine<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-SvzkHERm9UE/YRJyUcOYERI/AAAAAAAAJmY/JFzrFfargfIhQqanWZCFTijqDAxwBxrMgCLcBGAsYHQ/s680/Nazario%2BSauro%2BTrieste.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="357" data-original-width="680" src="https://1.bp.blogspot.com/-SvzkHERm9UE/YRJyUcOYERI/AAAAAAAAJmY/JFzrFfargfIhQqanWZCFTijqDAxwBxrMgCLcBGAsYHQ/s16000/Nazario%2BSauro%2BTrieste.jpg" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il 10 agosto 1916 veniva giustiziato a Pola, in Istria, dal plotone di esecuzione austriaco, <b>Nazario Sauro</b>. </span></span></p><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Era nato a Capodistria, allora sotto l'impero Austro-ungarico, il 20 settembre 1880.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, lui italiano fin nel profondo del cuore e dell'anima, non accettando di restare suddito austriaco, decide di varcare il confine ed arruolarsi nella Regia Marina d'Italia. Fu catturato nel luglio 1916, durante una missione, e condannato a morte da una corte imperiale per alto tradimento.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Al momento della sua esecuzione ebbe il coraggio di gridare <b><i>"Viva l'Italia"</i></b>. Nella lettera testamento inviata alla moglie Nina scrisse: <b><i>"Muoio contento di aver fatto soltanto il mio dovere di Italiano!"</i></b>.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">A Dio la sua anima. Agli Italiani di ogni tempo il suo ricordo.</span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;"><b>Chi è Nazario Sauro:</b></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; color: #222222; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div dir="auto" style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="color: #222222;"><div dir="auto"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-C-1no79HUio/YRJwRnK_kAI/AAAAAAAAJmQ/bO5Q8LT1Hdsi4qup2fhVqb1Tpfm35pR4ACLcBGAsYHQ/s330/Nazario_Sauro_qualche_ora_prima_di_essere_impiccato.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="330" data-original-width="220" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-C-1no79HUio/YRJwRnK_kAI/AAAAAAAAJmQ/bO5Q8LT1Hdsi4qup2fhVqb1Tpfm35pR4ACLcBGAsYHQ/w266-h400/Nazario_Sauro_qualche_ora_prima_di_essere_impiccato.jpg" width="266" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nazario Sauro qualche ora prima <br />di essere impiccato.</td></tr></tbody></table><span style="font-family: helvetica;">Nazario Sauro (Capodistria 1880 - Pola 1916) fu un militare volontario irredento durante la Grande Guerra. Nato in Istria da una famiglia italiana, Nazario divenne marinaio e all'età di 20 anni era già ufficiale della Marina austro-ungarica. Ciononostante fu un convinto sostenitore dell'idea mazziniana dell'indipendenza dei popoli e mal sopportava la presenza dell'Impero asburgico in quelle che lui riteneva essere terre italiane. Quando l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia si trasferì a Venezia sostenendo la causa interventista.</span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;"><br /></span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;">Il 23 maggio 1915 si arruolò come volontario nella Marina italiana con i gradi di tenente di vascello e partecipò ad oltre 50 azioni a bordo dei sommergibili nel Mare Adriatico. Con lo pseudonimo di Eugenio Sambo, il 30 luglio 1916 si imbarcò sul sottomarino Pullino per compiere una missione nella zona di Fiume (l'attuale Rijeka) ma rimase incagliato su uno scoglio all'interno del Golfo del Quarnaro. Dopo un rocambolesco tentativo di fuga, Sauro venne catturato dalle autorità locali e condotto a Pola dove venne identificato. Il tribunale emanò in breve la sua condanna a morte per alto tradimento e il 10 agosto 1916 venne impiccato.</span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;"><br /></span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;">Nazario Sauro fu da subito considerato come un eroe della Patria. </span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;"><br /></span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;">Il 21 aprile 1917 a Roma si tenne il primo ricordo del "Martire Eroe" con la partecipazione di 10.000 persone mentre negli anni seguenti si moltiplicarono in tutta Italia celebrazioni, intitolazioni e monumenti. Nel 1919 il suo corpo venne addirittura riesumato in modo da estrarne delle reliquie, conservate dai famigliari e dal Ministero della Marina. </span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;"><br /></span></div><div dir="auto"><span style="font-family: helvetica;">Ancora oggi, lungo le Rive di Trieste, si tiene annualmente (il 10 agosto) una cerimonia pubblica in suo onore che si conclude nei pressi della statua a lui dedicata. I resti invece si trovano dal 1947 all'interno del Tempio Ossario del Lido di Venezia. </span></div><div dir="auto" style="font-family: arial;"><br /></div></span></div>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-91045888362524580692021-07-19T17:14:00.057+02:002021-07-28T09:02:35.446+02:00Silenzio, i software spia ti ascoltano<p style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-VXfxjlmg3BE/YP7RuVppRuI/AAAAAAAAJQw/FYML77igbWI00OdMhsfakd-iQWMxFnALwCLcBGAsYHQ/s680/il-nemico-vi-ascolta.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="564" data-original-width="680" src="https://1.bp.blogspot.com/-VXfxjlmg3BE/YP7RuVppRuI/AAAAAAAAJQw/FYML77igbWI00OdMhsfakd-iQWMxFnALwCLcBGAsYHQ/s16000/il-nemico-vi-ascolta.jpg" /></a></p><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La notizia della più grossa violazione della privacy sta facendo tremare mezzo mondo. Si chiama Pegasus, come il cavallo alato della mitologia greca, ed è un software spia, prodotto da un'azienda israeliana, che sarebbe stato usato per spiare capi di stato, politici, giornalisti e per controllare attivisti ed oppositori.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Secondo l'ong Forbidden Stories, Amnesty International e le testate giornalistiche che hanno diffuso la notizia, con Pegasus sarebbero stati sorvegliati oltre 50mila utenze telefoniche di </span><span style="font-family: arial;">giornalisti, politici, sindacalisti, figure religiose, avvocati, manager e persino di 13 capi di Stato (anche europei). Secondo fonti giornalistiche, il software sarebbe già stato usato da molti governi (più o meno democratici) per tenere sotto controllo chiunque potesse rappresentare una minaccia o un pericolo per la sicurezza nazionale. Ma non solo per questo. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-NjxIuZBz_v0/YP_NYg0nODI/AAAAAAAAJRE/KNirFuau29YrIPB6PORc6Bznbzg3sNoNACLcBGAsYHQ/s696/pegasus-spyware.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="392" data-original-width="696" src="https://1.bp.blogspot.com/-NjxIuZBz_v0/YP_NYg0nODI/AAAAAAAAJRE/KNirFuau29YrIPB6PORc6Bznbzg3sNoNACLcBGAsYHQ/s16000/pegasus-spyware.jpg" /></a></span></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>Pegasus, dal costo di ben 8 milioni di euro, è in grado di raccogliere (ed introdurre) messaggi di testo, foto, video, intercettare le telefonate, geolocalizzare l'utente, attivarne microfono e telecamera e copiare le password. Una volta </span><span face=""Eugenio Sans Text", "Helvetica Neue", Helvetica, sans-serif" style="background-color: white; text-align: left;">hackerato il telefono</span><span> di un utente ignaro, se ne prende il controllo, si possono tracciare i movimenti della persona e prenderne la posizione in tempo reale. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Nato per combattere il crimine organizzato ed il terrorismo, può diventare un'arma letale e conferire, a chi lo possiede, un potere smisurato, in grado anche di destabilizzare uno Stato o neutralizzare e perseguire concorrenti e nemici (chiunque essi siano). Un settore, quello dei software spia, molto delicato e pericoloso che non può essere lasciato al libero arbitrio. Servono regole precise ed universali per evitare il "far west" ed ogni tipo di abuso o di utilizzo improprio.</span></p>Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-30691424692400833652021-07-19T02:23:00.002+02:002021-07-19T18:52:53.842+02:0029 anni fa la strage di via D'Amelio. L'Italia ricorda Paolo Borsellino<span style="font-family: georgia, "times new roman", serif; font-size: large;"><b><i>Erano le 16:58 del 19 luglio di 29 anni fa quando un’autobomba nel centro di Palermo uccise il magistrato e 5 agenti della scorta. Una strage ancora oggi senza colpevoli.
</i></b></span><br />
<div style="background: transparent; border: 0px; font-size: 13px; margin-bottom: 12px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
</div>
<div style="background: transparent; border: 0px; margin-bottom: 12px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-aSikxyLIVrM/XxQNwVSSYlI/AAAAAAAAGuU/yLiIOA7OGrQdaf3JtpcyKWV8tJ_Xt_pWwCLcBGAsYHQ/s1600/Paolo-Borsellino.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="711" src="https://1.bp.blogspot.com/-aSikxyLIVrM/XxQNwVSSYlI/AAAAAAAAGuU/yLiIOA7OGrQdaf3JtpcyKWV8tJ_Xt_pWwCLcBGAsYHQ/s1600/Paolo-Borsellino.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span></div>
<span style="font-family: arial; font-size: medium;">È giusto ricordare, è giusto non cancellare. Erano le 16:58 del 19 luglio di 29 anni fa quando un’autobomba nel centro di Palermo uccise il magistrato <b>Paolo Borsellino</b> e 5 agenti della sua scorta. Una strage ancora oggi senza colpevoli.</span></div>
<div style="background: transparent; border: 0px; margin-bottom: 12px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span face="verdana, sans-serif">Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via d’Amelio, dove viveva sua madre. In quella strada, una Fiat 126 imbottita di tritolo, che era parcheggiata sotto l’abitazione della madre del giudice, esplose al passaggio del magistrato uccidendo, oltre Borsellino, anche i cinque agenti di scorta: <strong style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Emanuela Loi</strong> (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), <strong style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Agostino Catalano</strong>, <strong style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Vincenzo Li Muli</strong>, <strong style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Walter Eddie Cosina</strong> e <strong style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Claudio Traina</strong>. L’unico superstite dell’attentato fu l’agente <b>Antonino Vullo</b>, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.</span><br />
<span face="verdana, sans-serif"><br /></span>
<span face="verdana, sans-serif">Cinque giorni dopo, il 24 luglio, circa diecimila persone parteciparono ai funerali privati di Borsellino, celebrati nella chiesa di Santa Maria Luisa di Marillac. Perché privati? I familiari rifiutarono il pomposo rito di Stato. La moglie Agnese, in particolare, accusò il governo di non aver saputo proteggere il marito, e volle una cerimonia privata senza la presenza dei politici.</span></span></div>
<div style="background: transparent; border: 0px; font-size: 13px; margin-bottom: 12px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: center; vertical-align: baseline;">
<img src="http://nst.sky.it/content/dam/static/contentimages/original/sezioni/tg24/cronaca/2013/05/06/funerali_agnese_borsellino2.jpg" style="background: transparent; border: 0px; display: inline; margin: 0px; max-width: 624px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;" /></div>
<div style="background: transparent; border: 0px; margin-bottom: 12px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span face="verdana, sans-serif">Questi sono i fatti che, a distanza di questi lunghissimi 29 anni, non hanno prodotto nessun colpevole. Nessun responsabile, niente nomi, zero mandanti e tanto meno nessuna spiegazione sui tanti errori commessi nelle indagini, sulle tante falsità, sugli occultamenti e sulle false piste percorse. Niente di tutto questo se non quel generico </span><i style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><b style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">"è stata la mafia" </b></i><span face="verdana, sans-serif">che non ci permette, però, di rispondere a delle semplici domande come «</span><i style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><b style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">Chi ha ucciso Paolo Borsellino e Giovanni Falcone?</b>»</i><span face="verdana, sans-serif"> e </span><i style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">«<b style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">Quali responsabilità ha avuto lo "Stato" nella strage di via D'Amelio?</b>».</i><span face="verdana, sans-serif"> Dire <i>"è stata la mafia" </i>e basta, è come dire che sono stati tutti per non colpire nessuno.</span><br />
<span face="verdana, sans-serif" style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><br style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;" /></span><span face=""open sans", sans-serif"></span><span face="verdana, sans-serif" style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;">Al netto di tutto questo, voglio personalmente ricordare Paolo Borsellino, in questa triste ricorrenza, con la lettera che scrisse ad un insegnante:</span></span></div><div style="background: transparent; border: 0px; margin-bottom: 12px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span face="verdana, sans-serif" style="outline: 0px; transition: all 0.3s ease 0s;"><br /></span></span></div>
<div style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 13px; text-align: center;">
<a href="http://www.friulionline.com/wp-content/uploads/2017/10/paolo-borsellino-182x300.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a></div>
<em style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span face="verdana, sans-serif" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="Risultati immagini per paolo borsellino" border="0" src="http://www.friulionline.com/wp-content/uploads/2017/10/paolo-borsellino-182x300.jpg" style="background-color: transparent;" /></span>«Sono nato in un paese in cui quando ero piccolo e andavo a scuola, i miei amici erano migliori di me perché i loro padri erano mafiosi. E io li invidiavo, non rendendomi conto di quanto questo costasse alla mia terra. Sono diventato giudice perché nutrivo grandissima passione per il diritto civile ed entrai in magistratura con l’idea di diventare un civilista, dedito alle ricerche giuridiche e sollevato dalle necessità di inseguire i compensi dei clienti.</span></em></div>
<div style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<em style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">La magistratura mi appariva la carriera per me più percorribile per dar sfogo al mio desiderio di ricerca giuridica, non appagabile con la carriera universitaria, per la quale occorrevano tempo e santi in paradiso. Fui fortunato e diventai magistrato nove mesi dopo la laurea (1964) e fino al 1980 mi occupai soprattutto di cause civili, cui dedicavo il meglio di me stesso.</span></em></div>
<div style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<em style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">E’ vero che nel 1975, per rientrare a Palermo, ove ha sempre vissuto la mia famiglia, ero approdato all’ufficio istruzione processi penali, ma alternai l’applicazione, anche se saltuaria, a una sezione civile e continuai a dedicarmi soprattutto alle problematiche dei diritti reali, delle distanze legali, delle divisioni ereditarie. Il 4 maggio 1980 uccisero il capitano Emanuele Basile e il consigliere Chinnici volle che mi occupassi io dell’istruttoria del relativo procedimento. Nel mio stesso ufficio frattanto era approdato, provenendo anch’egli dal civile, il mio amico d’infanzia Giovanni Falcone, e sin da allora capii che il mio lavoro doveva essere un altro.</span></em></div>
<div style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<em style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Avevo scelto di rimanere in Sicilia e a questa scelta dovevo dare un senso. I nostri problemi erano quelli dei quali avevo preso a occuparmi quasi casualmente, ma se amavo questa terra di essi dovevo esclusivamente occuparmi. Non ho più lasciato questo lavoro e da quel giorno mi occupo pressoché esclusivamente della criminalità mafiosa. E sono ottimista perché vedo che verso di essa i giovani, siciliani e non, hanno oggi attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarant’anni. Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanta io e la mia generazione ne abbiamo avuta».</span></em></div><div style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><font face="verdana, sans-serif"><i><br /></i></font></div><div style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span face="verdana, sans-serif"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">AC, La Voce del Patriota 19 luglio 2020</span> </span><font face="arial">(<a href="https://www.lavocedelpatriota.it/28-anni-fa-la-strage-di-via-damelio-litalia-ricorda-paolo-borsellino/" target="_blank">leggi la fonte</a>)</font><br /><span face="verdana, sans-serif"><i></i></span></div>
<div class="printorpdf" style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; font-size: 13px; line-height: 20px; margin: 24px 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<div class="tooltip" style="background: rgb(0, 103, 165); border-radius: 5px; border: 4px solid rgb(0, 103, 165); font-size: 12px; height: 36px; line-height: 20px; margin: -110px 0px 0px 42px; opacity: 0; outline: 0px; padding: 10px 10px 14px; position: absolute; text-align: center; transition: all 300ms ease 500ms; vertical-align: baseline; width: 42px;">
<div style="text-align: left;"><span face="verdana, sans-serif">v</span><span face="verdana, sans-serif"><i>S</i></span><span face="verdana, sans-serif">al</span></div>
</div>
</div>
Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8746848009922135050.post-58644464661081922722021-07-08T08:13:00.024+02:002021-07-14T16:46:00.906+02:00Afghanistan, rientrati gli ultimi soldati. Ad accoglierli un comunicato del Ministro.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-uVjuKDanAws/YOk6_eIXNGI/AAAAAAAAJHg/fBpli8BcIzk1HFYj1_YHTE-FczS5gYrkgCLcBGAsYHQ/s792/Rientro%2Bsoldati%2Bitaliani%2Bda%2BAfganisthan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="489" data-original-width="792" src="https://1.bp.blogspot.com/-uVjuKDanAws/YOk6_eIXNGI/AAAAAAAAJHg/fBpli8BcIzk1HFYj1_YHTE-FczS5gYrkgCLcBGAsYHQ/s16000/Rientro%2Bsoldati%2Bitaliani%2Bda%2BAfganisthan.jpg" /></a></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">E' terminata ufficialmente la missione dei militari italiani in Afghanistan.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>L'arrivo sul territorio nazionale dell'ultimo contingente in forza nel paese asiatico, avvenuto nella serata del 29 giugno, ha sancito la fine della missione</span> dei nostri soldati in Afghanistan. Una missione durata ben 20 anni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span>Venti lunghi anni di impegno nazionale, in territorio ostile, per la </span><span style="background-color: white; text-align: left;">missione internazionale delle forze occidentali, </span>che ha visto lo sforzo ed il sacrificio di oltre 50.000 uomini e donne in divisa e che è costata, alla Repubblica italiana, ben 723 feriti e 53 vittime umane.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Un rientro salutato solo dal comunicato dell'ufficio stampa del Ministro della Difesa. Per l'arrivo all'aeroporto militare di Pisa degli ultimi militari schierati ad Herat, la Brigata Paracadutisti della Folgore, non c'era nessuno ad accoglierli. Nessuna cerimonia organizzata, nessuna autorità e nessun rappresentante delle istituzioni accorso per salutare il rientro in Patria di chi ha servito lo Stato. <i>"<a href="https://fb.watch/6F2N8a-jcG/" target="_blank"><span style="color: red;">Nulla per chi ha portato la bandiera con onore</span></a>"</i>, ha affermato la nota giornalista Maria Giovanna Maglie che, sui suoi profili social, ha commentato la notizia in maniera lapidaria e con una chiave di lettura che, se fosse quella giusta, non lascerebbe spazio ad interpretazioni su chi ci governa: <i>"<a href="https://www.facebook.com/mariagiovannamaglie/posts/352155616266166" target="_blank"><span style="color: red;">Sono tornati in #divisa mica in #burqa</span></a>"</i>, la sua chiosa<i>. </i>Ad ognuno di noi le riflessioni del caso. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div>
Antonio Cacacehttp://www.blogger.com/profile/15260381898327579713noreply@blogger.com1