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Santa Marinella Short Film Fest – Intervista a Alessandro Rossellini


SANTA MARINELLA  – Mercoledì 29 luglio si inaugura allo Sporting Club la 2^ Edizione dell’ “Apollo d’Oro – Santa Marinella Short Film Fest “, con un ampio programma fino alla serata conclusiva di domenica 2 dedicata al Tributo a Ingrid Bergman, nel Centenario della sua nascita e alla proiezione del film “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini. Questo Festival corona due anni di impegno e costante lavoro dell’Associazione Santa Marinella Viva, che ha avuto al suo fianco il Vice sindaco Arch. Carlo Pisacane che con la sua esperienza ha saputo valorizzarne le molteplici iniziative, in quanto afferma: «il mio impegno è a favore di tutte qulle iniziative volte alla valorizzazione dei giacimenti culturali del nostro comune”, e il Consigliere Delegato al Turismo Alessio Marcozzi dichiara “questa Associazione è stata sostenuta fin dal primo momento dall’Amministrazione Comunale, perché è in linea con gli obiettivi primari della nostra Amministrazione nella diffusione del patrimonio culturale della Città di Santa Marinella nella prospettiva di sviluppare progetti verso il al futuro».
Domenica 2 agosto ospite d’onore sarà Alessandro Rossellini, nipote del regista Roberto Rossellini e figlio di Renzo, che presenterà in anteprima il trailer del suo corto “omaggio ad Ingrid Bergman” che sarà presentato in anteprima mondiale tra qualche settimana. La presidente dell’Associazione Sonia Signoracci ha incontrato Alessandro il quale le ha rilasciato questa intervista.
D_ Due anni fa tuo padre Renzo ha partecipato insieme a tuo zio Robertino alla serata “Santa Marinella ricorda Roberto Rossellini” che ha riscontrato uno straordinario successo. La famiglia Rossellini è da sempre molto legata a Santa Marinella e in quella serata tuo padre e tuo zio hanno descritto la loro “villa” come l’Eden. Tu che ricordi hai di Santa Marinella?
R_ Sfortunatamente la villa di Santa Marinella è stata venduta poco prima della mia nascita, però ho molti ricordi indiretti, quella villa è entrata di diritto nei ricordi mitici familiari, di mio padre e dei tre zii che ci sono cresciuti, così come i miei cugini paterni Franco, Gepi e Fiorella. Storie di felicità, spensieratezza e libertà. Di recente grazie ai filmini girati da Ingrid Bergman ho finalmente potuto dare una forma a questo Villa che con il tempo era divenuta mitologica. Unire i racconti alle immagini della casa e vedere i volti dei miei familiari da bambini non mi ha solo commosso, ha reso quei ricordi personali e reali, un po’ come viaggiare nella macchina del tempo. Magia del cinema.
D_ Che ricordi hai di tuo nonno Roberto Rossellini?
Nonno lo ricordo bene. Quando morì avevo 13 anni, i ricordi sono quelli di un nipote, era presente e affettuosissimo, mi faceva sentire al sicuro. I ricordi più belli sono legati ai set, quando tutta la famiglia si riuniva come quelle circensi, tutti lavoravano, anche duramente ma era anche molto divertente, sempre in viaggio in giro per il mondo.
D_ Dal punto di vista professionale tu hai seguito le orme di tuo padre e di nonno, cosa pensi ti abbiano trasmesso?
R_ Io sono fotografo ritrattista e documentarista, mi rendo conto che il mio unico interesse sia nel documentare il presente con una chiave realista e poco interpretativa, dalla famiglia spero di aver ereditato curiosità, tenacia e anche un po’ di spregiudicatezza, ma è difficile dare misura agli strumenti ereditati.
D_ Sappiamo che hai lavorato di recente ad un omaggio ad Ingrid Bergman che sarà presentato tra poche settimane in anteprima mondiale. Puoi farci qualche accenno?
R_ Da bambino piccolo non sapevo chi fosse Ingrid, ma avevo captato che quel nome fosse ammantato di un aura luminosa. A quei tempi non potevo separarmi dal mio orsacchiotto, maschio, per dargli lustro lo avevo chiamato proprio Ingrid Bergman, tutto attaccato, quello era il suo nome proprio. Con il tempo ho imparato a capire chi Ingrid fosse, quale grande attrice fosse stata, i tre Oscar, la vita tra Svezia, Hollywood, l’Italia poi ancora Parigi e Londra. Il mio corto è composto da solo montaggio, (sue interviste del periodo italiano, i suo 16mm, cinegiornali dell’epoca e da qualche immagine tratta da film di nonno), il risultato di questo mélange di immagini credo dia anche un immagine molto umana, di donna, di moglie innamorata e di madre premurosa.
D_ Cosa pensi del cinema italiano oggi? Pensi che non siamo più efficaci come un tempo quando tuo nonno fu il “padre” del Neorealismo?
R_ Credo che continuiamo ad avere gradi registi capaci di raccontare le loro storie ovunque nel mondo, con originalità. Ai posteri larga sentenza.
Antonio Cacace

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