"A Salvini e alla sua gente gli sputo in faccia". Così un rapper africano ringrazia gli italiani
Questo è il ringraziamento: «fascisti di merda, a Salvini e alla sua gente gli sputo in faccia». Il video di un "rapper" africano è diventato virale.
Ci mancava pure il rapper africano che ci insulta via web per aver "strappato dalla fame" lui e i suoi amichetti palestrati. E ovviamente, cotanto spettacolo, non poteva non diventare virale sui social network.
Ci mancava pure il rapper africano che ci insulta via web per aver "strappato dalla fame" lui e i suoi amichetti palestrati. E ovviamente, cotanto spettacolo, non poteva non diventare virale sui social network.
Il rapper africano, ci auguriamo non clandestino, sembra si chiami Lamin Cesay e nel video si fa riprendere, insieme a due connazionali, mentre sbeffeggia il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il governo che lo ospita e gli italiani che lo mantegono. L’aspirante cantautore o presunto tale (secondo alcuni commenti anche fancazzista a tempo pieno), prima di deliziare i suoi fans con la sua “bella” voce, improvvisa uno sketch dove, fingendo di tornare in Africa con un pedalò, si lancia in un monologo provocatorio e di scarsa gratitudine verso il nostro Paese: «Oggi abbiamo affittato la barca e facciamo un piacere a Salvini, stiamo tornando a casa. - dice il rapper alla telecamera in un italiano stentato - Ciao Salvini, siamo i negri che non possiamo comprare i biglietti della nave». Dopo altre perle di saggezza che potrete ascoltare nel video a corredo dell'articolo, Ceesay chiede ai suoi amici in gita al mare: «Volete salutare Salvini?». All’invito rispondono: «Salvini col cazzo che stiamo tornando». Poi parte a cantare e se la prende, ovviamente, col capo del Viminale e con gli italiani a ritmo di rap: «Fascisti di merda, fascisti di merda…, Salvini e la sua gente vi sputo in faccia...». E viva la faccia, aggiungo io!
Purtroppo non è la prima volta che immigrati (spesso irregolari), dopo averli recuperati in mare, salvati dai loro gommoni alla deriva e averli sfamati, lavati, curati e mantenuti si lamentano del trattamento ricevuto e se la prendono con l’Italia. Il Paese che, stando a quello che raccontano (e ci raccontano i media), dovrebbe aver restituito loro un futuro (?) e la dignità (?), strappandoli dalla fame (?) e dalla miseria (?). Sempre se un giorno non scopriremo di esserci sbagliati.
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