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"RedLand, Rosso d'Istria" il film sulle Foibe che non c'è


E' quasi impossibile trovare il film nelle sale italiane. Le foibe sono una vicenda scomoda per la sinistra visto quello che fecero nel dopoguerra, quindi non va trattata e tanto meno divulgata al cinema. Un vizietto tutto nostrano per relegare nel dimenticatoio i crimini che non si possono ammettere, come il massacro delle Foibe perpetrato contro il nostro popolo dai comunisti di Tito, oramai storicamente accertati. 

"Redland, Rosso d'Istria" racconta il periodo particolarmente tormentato della nostra storia che va dall’8 settembre 1943, quando il maresciallo Badoglio, capo del Governo italiano, chiede ed ottiene l’armistizio gettando l'Italia nel caos alla fine della seconda guerra mondiale. L’esercito è allo sbando e il dramma diventa tragedia per i soldati abbandonati a sé stessi nei teatri di guerra ma anche e soprattutto per le popolazioni civili istriane, fiumane, giuliane e dalmate, che si trovano ad affrontare un nuovo nemico: i comunisti jugoslavi di Tito che avanzano in quelle terre facendo una vera e propria pulizia etnica con migliaia di nostri connazionali gettati, vivi e morti, nelle “Foibe”. Le grandi cavità carsiche diventate uno strumento di martirio e la tomba per questi italiani. Le motivazioni? L’eliminazione dell’etnia italiana nell’ambito dell’esodo istriano. La vendetta contro i fascisti e, in generale, eliminazione dei possibili oppositori politici al comunismo titino.

Violenze di cui per molto tempo è stato difficile, se non impossibile parlare. Una pellicola coraggiosa che merita di essere supportata per aver squarciato il velo di ipocrisia su un eccidio così crudele. Un film verità che bisogna vedere per salvaguardare la memoria e respingere ogni tentativo di negazionismo, com'è avvenuto per decenni. Ma anche per sostenere chi ha avuto il coraggio di pensarlo e di realizzarlo. Dovremmo attivarci tutti per farlo mettere in programmazione nelle nostre città. 

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