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Tutti contro Sanremo 2020: #IoNonGuardoSanremo è l'hashtag diventsto virale

Durissima presa di posizione della Cisl sul festival della canzone italiana: “La Rai deve rimanere baluardo educativo”.


#IoNonGuardoSanremo è l'hashtag diventato virale che invita a non guardare il Festival Sanremo per denunciare il messaggio sessista che trasmette. A lanciare la protesta contro la 70esima edizione del festival della canzone italiana è stato il sindacato Cisl del Friuli Venezia Giulia ed il suo Coordinamento Donne che hanno preso posizione sull'uscita poco elegante di Amadeus sulle donne, durante la conferenza stampa di presentazione, e sui versi deliranti delle canzoni del trapper Junior Cally che inneggiano alla violenza sulle donne.

L'organizzazione sindacale ritiene che la Rai, in quanto servizio pubblico, debba mantenere la sua funzione educativa ed evitare che messaggi sessisti possano influenzare negativamente le nuove generazioni ed i milioni di telespettatori che guardano la kermesse sanremese. 

«Le dichiarazioni dei giorni scorse rese dal conduttore Amadeus e l’ammissione alla kermesse di un trapper che inneggia alla violenza sulle donne sono fatti inaccettabili e su cui, in prima battura la Rai, dovrebbe intervenire con massima decisione. Se non sarà così - si legge nel comunicato della Segreteria della Cisl – noi donne ci faremo sentire anche attraverso la commissione di vigilanza. Intanto, pur nel rispetto delle scelte individuali, la Cisl Fvg invita ad esprimere il proprio dissenso, racchiuso nell’hashtag  #iononguardoSanremo».

«Il servizio pubblico offerto dalla Rai, non  può permettersi di venire meno alla sua storica funzione educativa, in questi giorni odiosamente tradita.  Possiamo anche credere alla buona fede del conduttore, ma certamente affermazioni come quelle  pronunciate sul ruolo da retrovia delle donne non possono passare sotto traccia né possiamo fare finta che  nulla sia accaduto: è stato veicolato un messaggio gravissimo che mina non solo la dignità delle donne, ma di  tutta la collettività ed azzera le battaglie per l’emancipazione combattute negli ultimi decenni».

Su Junior Cally, se è possibile, sono stati ancora più espliciti e diretti: «Personaggi del genere non avrebbero mai dovuti essere selezionati per Sanremo che, come tutti i programmi televisivi, ha una enorme forza diffusiva e oggi non dovremmo stare qui a parlarne».

Intanto l'hashtag è diventato virale ed è balzato subito in testa alla classifica delle parole più cliccate su facebook e Twitter; il passa parola, poi, ha fatto il resto. In pochi giorni sono state raccolte oltre 100 mila firme e lanciate 27 petizioni per chiedere che il rapper romano con la maschera non canti sul palco dell’Ariston. Una mobilitazione enorme, come spiega Il Messaggero, al fine di lasciare fuori Junior Cally dalla kermesse musicale dopo i suoi passati brani sessisti. Le premesse di questi giorni, però, non vanno in questa direzione, vedremo come andrà a finire. Di certo, la dirigenza della Rai dovrebbe intervenire ed impedire che venga utilizzata la televisione di Stato (pagata con soldi pubblici, quindi nostri) per lanciare messaggi discutibili e diseducativi. 

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