Ancora oltraggi per i martiri delle Foibe
Come succede ormai da anni, anche quest'anno, nell'approssimarsi del 10 febbraio, il giorno del Ricordo per le vittime delle Foibe, vengono intensificate le iniziative negazioniste, le manifestazioni contro e, purtroppo, vandalizzate decine di monumenti in tutt'Italia che ricordano gli italiani massacrati nelle foibe dai partigiani comunisti di Tito. Solo negli ultimi due giorni a Casale Monferrato e a Pomezia sono state oltraggiate due lapidi alla memoria.
A Casale, il monumento per le vittime delle foibe, è stato imbrattato con la falce e martello, con minacce e una firma, quella del Residence Sociale Aldo Dice 26×1. "Aldo dice 26x1" è la frase-firma che si ispira alle parole con le quali il Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia comunicò nell’aprile del 1945 il giorno (26) e l’ora (1 di notte) in cui dare inizio all’insurrezione dei partigiani a Torino.
Il 4 febbraio, nella cornice istituzionale del Senato, c'è stato il convegno a porte chiuse dell'Anpi che ha fatto molto discutere, provocatorio già dal titolo "Il Fascismo di confine e il dramma delle Foibe", s'è parlato molto di fascismo e non abbastanza degli eccidi e della pulizia etnica dei partigiani comunisti slavi. Inoltre nessun esule, testimone di quel dramma, è stato invitato per raccontare la sua verità. Solo alcuni giorni prima, sempre l'associazione partigiana, ha contestato la decisione del Consiglio comunale di Lecce di intitolare una via a Norma Cossetto, medaglia d'oro alla memoria.
Negare la pagina sanguinosa dell'immediato post seconda guerra mondiale, dove sono stati ammazzati crudelmente 20.000 nostri connazionali dalle milizie comuniste e dai partigiali jugoslavi e costretto altri 250.000 ad abbandonare le province, fino ad allora italiane dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, è un'offesa alla memoria e forse anche un reato, visto che il negazionismo è vietato per legge. Anche nel 2020 è questa la libertà e l'esempio di democrazia proposta dagli antifascisti.
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