340 milioni di cristiani perseguitati nel mondo non sembrano interessare
Sono oltre 340 milioni i cristiani perseguitati e discriminati nel mondo, a causa della propria fede. Circa 1 cristiano ogni 8.
A sciolinare questi numeri, per niente confortanti, è l'organizzazione cristiana Porte Aperte / Open Doors che, con l'ultimo report annuale, ci fa sapere che "i cristiani uccisi per ragioni legate alla fede crescono del 60%, con la Nigeria ancora terra di massacri". Solo nell'ultimo anno ne sono stati uccisi 4.761, una media di 13 cristiani al giorno. L'organizzazione missionaria ha anche stilato la lista dei Paesi più pericolosi per le minoranze cristiane. A fare "buona" compagnia alla Nigeria ci sono Corea del Nord, Afghanistan, Somalia, Libia, Pakistan, Eritrea, Yemen, Iran e India. In queste nazioni le persecuzioni e le discriminazioni, verso i fedeli di Cristo, sono una minaccia concreta e costante.
Nel rapporto di Porte Aperte si legge, poi, che in un anno le chiese e gli edifici connessi attaccati o chiusi sono stati 4.488 (12 ogni giorno), i cristiani arrestati senza processo e incarcerati 4.277 (11 ogni giorno), i cristiani rapiti 1.710 (mediamente 4 al giorno). Numeri da pulizia etnica-religiosa, da parte dei fondamentalisti, che l'Occidente sembra proprio non voler vedere.
"Aumenta la persecuzione dei cristiani in termini assoluti e il Covid - dichiara Cristian Nani, direttore di Porte Aperte - ha enfatizzato le discriminazioni. Dunque, cresce ancora una delle numericamente più imponenti persecuzioni mai sperimentate in questa terra. Per molti cristiani perseguitati, il lockdown, dovuto alla pandemia, ha significato essere chiusi in casa con il proprio persecutore"; si pensa in primis alle ragazze ed alle bambine cristiane rapite dalle loro famiglie per essere convertite all'islam e date in sposa ai loro rapitori.
Insomma, dei cristiani ammazzati, torturati e perseguitati non sembra interessare a nessuno. I media ed i governi occidentali si muovono, oramai, solo per i gommoni dei migranti che partono dalle coste libiche, mentre non ci sono più coscienze disposte a smuoversi per soccorrere i propri connazionali o semplicemente per difendere minoranze simili a noi per cultura e fede. Nessuna notizia, niente titoloni né prime pagine e tantomeno mobilitazioni, inginocchiamenti o azioni governative per quest'ultimi. Neanche in Vaticano ci si indigna più.
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