Agli americani i vaccini dell'Europa? E' il sospetto del momento
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato un piano shock, di 1 miliardario e 900 milioni di dollari, per combattere il Coronavirus e debellare l'epidemia in America. Il piano prevede la somministrazione 100 milioni di dosi in 100 giorni. Contestualmente i paesi dell'Unione Europea stanno rallentando le vaccinazioni per i ritardi nelle consegne della casa farmaceutica americana. Tanto è bastato per collegare i due eventi ed ipotizzare accordi sotto banco a discapito del vecchio continente. Il sospetto è che, per permettere al democratissimo neo Presidente di combattere la sua battaglia per gli americani, si sia deciso di penalizzare l'Europa. La coincidenza dei tempi, tra l'annuncio di Biden (14 gennaio) e quello della Pfizer (15 gennaio) alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per comunicare che, nelle successive settimane, sarebbero state consegnate meno dosi rispetto a quelle stabilite per i 27 paesi europei, è veramente clamorosa.
Il sospetto, gravissimo, teorizzato anche su alcune testate nazionali, è che la statunitense Pfizer non abbia problemi di produzione ma che stia consegnando agli Stati Uniti le dosi che erano dell'Europa. Ovviamente è un sospetto difficilmente dimostrabile, per il profilo della questione ma, proprio per il suo profilo, è destinato a galleggiare e ad autoalimentarsi.
Intanto, Italia e Polonia stanno valutando azioni legali contro il colosso statunitense per i ritardi, mentre a Bruxcelles la Ue sta avviando un'indagine interna sugli accordi d'acquisto dei vaccini con le varie case farmaceutiche. La guerra dei vaccini sembra proprio iniziata.
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