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Far ripartire il turismo tra isole covid-free ed equità sociale. Come si fa?

Come combattere il virus tutelando la salute e l'economia è la domanda del momento. Una risposta ce la fornisce la vicina Grecia con i suoi ottimi risultati anti-Covid, soprattutto per quanto riguarda il numero delle vaccinazioni e la ripresa dell'imminente stagione turistica. E c'è già chi parla di "importare il modello greco in Italia". Ma vediamo di cosa si tratta. 

La Grecia ha deciso di organizzarsi in anticipo, per far ripartire il turismo con una precisa strategia che si basa su 3 punti fondamentali: accogliere i turisti vaccinati o con il tampone negativo senza restrizioni; vaccinare subito le isole ed il patrimonio turistico; promuovere accordi bilaterali per le vacanze con le nazioni che hanno un'alta percentuale di vaccinati. La Grecia ha circa 1400 isole, di cui oltre 900 abitate, l'Italia nè ha circa 800 di cui 78 abitate. La Grecia ha dato la priorità, nel piano vaccinale, ad anziani e fragili e, contemporaneamente, ha deciso di vaccinare per intero le isole turistiche, puntando all'immunità di gregge nella popolazione. Per il governo greco quindi, vaccinare le isole è stata una priorità perchè il turismo rappresenta il 20% del Pil nazionale (in Italia è il 13%) ed impiega 1/4 della forza lavoro del Paese. La Grecia riparte con ampio anticipo rispetto all'Italia ed è pronta ad accogliere i suoi "turisti covid-free" già dal 14 maggio, con un protocollo completo ed in piena sicurezza.

E da noi? In Italia se ne discute, come al solito! il ministro al turismo, Massimo Garavaglia ed il commissario per l'emergenza sanitaria, il generale Francesco Paolo Figliuolo, sembra abbiano aperto all'ipotesi di vaccinare le popolazioni delle isole e delle località turistiche per renderle attrattive e covid-free ma, come spesso accade da noi, più che pianificare le partenze, si preferisce lavorare nell'emergenza e governare l'esistente. Intanto,  tra un dibattito e l'altro, tra i pro e i contro, tra gli amministratori locali delle isole, che si dicono favorevoli ed alcuni presidenti di regione, che denunciano una possibile discriminazione ai danni dei loro territori, il tempo passa inesorabilmente e rischiamo di ritrovarci (come al solito) a dover rincorrere gli altri e ad "arrivare dopo i fuochi". Con buona pace della ripresa economica ed i ringraziamenti dei nostri competitor internazionali. 

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