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A Kabul l'Italia migliore

l'Italia che aiuta: a destra un Carabiniere del Tuscania - a sinistra il console Tommaso Claudi.

C'è un bel pezzo d'Italia in Afghanistan che ci sta facendo sentire orgogliosi di essere italiani. Uomini e donne - spesso ragazzi o poco più - rimasti in prima linea nel Paese riconquistato dai talebani, per garantire la sicurezza dei nostri connazionali e del personale afghano che ha collaborato, a vario titolo, con le nostre truppe. 

Tommaso Claudi, è l'ultimo diplomatico italiano rimasto nel Paese. Da giorni è impegnato nelle operazioni di evacuazione all'interno dell'aeroporto di Kabul e diventato il simbolo dell'Italia che aiuta, grazie ad una foto diventata virale nella quale, con giubbotto antiproiettile, prendeva in braccio un bambino in lacrime dalla folla e lo traeva in salvo al di là del muro.

31 anni, originario di Camerino (Macerata), è il viceconsole a Kabul ed il responsabile delle operazioni per la messa in sicurezza ed il rientro in Patria del contingente italiano. Claudi lavora in prima linea da giorni, senza sosta e incurante dei rischi che corre, per salvare quanti più afghani, soprattutto donne e bambini, dalla minaccia dei talebani; migliaia di persone che saranno portate in Italia grazie ai ponti aerei garantiti dalla nostra Aeronautica. Con lui, dietro e davanti quel muro di cinta, che divide la speranza dalla disperazione, ci sono i Carabinieri del 1° Reggimento Paracadutisti Tuscania, gli uomini della nostra intelligence e l'Aeronautica Militare. Donne e uomini dello Stato che si sacrificano per garantirci la libertà.

Eroi in carne ed ossa, pronti ad andare dove i potenti del mondo hanno rinunciato, ci rendono orgogliosi di essere italiani e ci pongono d'esempio nel mondo. Senza dubbio la nostra Italia migliore, quella che aiuta chi ha (veramente) bisogno e scappa dalla guerra, a cui va un sentito "Grazie". Per quello che stanno facendo e per il modo in cui lo fanno. 

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