
«È stato confermato finalmente il diritto all’acqua potabile a coronamento di quanto chiesto come cittadini e con i cittadini. Ancora una volta - dichiarano Simona Galizia e Antonio Cacace, referenti dei due movimenti cittadini - le nostre associazioni, che in tempi non sospetti avevano già sollecitato il rimborso per un servizio idrico scadente e indegno di una città e di una nazione sviluppata, dimostrano di saper tutelare gli interessi dei propri concittadini».
«Il Giudice di Pace – continuano - ha confermato la nostra tesi, che è quella che in assenza di potabilità si crea un disservizio e le quote che il cittadino deve pagare vanno ridefinite, così come le tariffe maggiorate per i consumi».
«Chiediamo quindi con forza, anche a fronte di questa sentenza, – concludono Cacace e Galizia – che, nel frattempo, vengano riviste a ribasso le bollette di HCS, prevedendo sconti o rimborsi, almeno fino a quando l’emergenza non sarà rientrata per tutti i residenti e per le attività produttive di Civitavecchia fornite dagli acquedotti non in linea con i parametri di legge stabiliti per l'arsenico. Scene da terzo mondo, con i cittadini costretti a scendere in strada per carreggiare acqua da bere, non le vogliamo più vedere a Civitavecchia. Il Comune ristabilisca una situazione di normalità e ci dimostri di essere in grado con le proprie forze di ripristinare i collegamenti all’acqua potabile nelle zone colpite».
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