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(foto: huffingtonpost.it) |
Un recente episodio di cronaca ha portato all'attenzione delle autorità e dell'opinione pubblica una sostanza stupefacente poco conosciuta ma sempre più diffusa: il tramadolo, noto anche come "droga del combattente".
Grazie a una segnalazione anonima pervenuta tramite l'applicazione "YouPol", la Polizia di Stato ha arrestato nei pressi della stazione Termini di Roma un cittadino nigeriano di 35 anni, sospettato di spacciare questa sostanza.
L’uomo, partito da Napoli, è stato fermato a bordo della sua auto dopo essere stato individuato dagli agenti in borghese. Alla perquisizione è stato trovato in possesso di 25 blister di tramadolo e 500 euro in contanti, probabile provento dello spaccio. La successiva ispezione nella sua abitazione ha portato al sequestro di ulteriori 300 blister del farmaco, per un valore potenziale di migliaia di euro sul mercato nero.
Il tramadolo è un farmaco a base di oppioidi sintetici, utilizzato in ambito medico come analgesico per trattare dolori di media o forte intensità. Normalmente prescritto su ricetta medica, agisce sul sistema nervoso centrale alterando la percezione del dolore.
Tuttavia, quando assunto in dosi elevate o senza controllo medico, può generare effetti euforici, simili a quelli degli oppiacei più potenti. Proprio per questa sua capacità di indurre uno stato di apparente lucidità, resistenza alla fatica e benessere, è diventato oggetto di abuso in alcuni ambienti, spesso legati a contesti di marginalità o conflitto.
Il soprannome "droga del combattente" deriva dal suo utilizzo da parte di miliziani e guerriglieri in alcuni scenari di guerra, in particolare in Africa e Medio Oriente. In questi contesti, il tramadolo viene assunto per affrontare lunghi periodi di stress, dolore fisico e sforzo psicologico. La sostanza, in grado di sopprimere la paura e aumentare la resistenza, è stata documentata anche nei sequestri di carichi destinati a zone di conflitto.
Negli ultimi anni, il fenomeno ha oltrepassato i confini di questi territori, approdando anche in Europa. Oggi, il tramadolo viene venduto illegalmente in molti Paesi, Italia compresa, sia per la sua azione psicoattiva sia per il costo contenuto rispetto ad altre droghe.
In commercio, il tramadolo è disponibile in compresse, capsule o fiale. Sul mercato illegale viene spesso venduto in blister (involucri di plastica trasparente) o compresse singole, a un prezzo che può variare dai 2 ai 10 euro a seconda della disponibilità e della zona. Il suo basso costo e la facile reperibilità, soprattutto in ambienti poco controllati, lo rendono particolarmente appetibile.
In Italia, i canali di approvvigionamento sono spesso legati a ricette mediche false o sottratte, ma sono stati documentati anche traffici di farmaci provenienti dall’estero, specie da Paesi nordafricani. Alcune bande criminali arrivano a minacciare medici di base o farmacisti per ottenere le prescrizioni necessarie, come accaduto in diverse città del Nord Italia.
L’uso improprio del tramadolo sta crescendo anche nel nostro Paese, con segnalazioni frequenti in aree metropolitane come Roma, Napoli e Milano. In particolare, l’uso sembra diffondersi in contesti giovanili o tra soggetti già vulnerabili, attratti dagli effetti stimolanti della sostanza.
A preoccupare le autorità sanitarie è anche la scarsa percezione del rischio: trattandosi di un farmaco, molti utenti non lo considerano pericoloso, ignorando le conseguenze di un’assunzione non controllata. A livello medico, l’abuso di tramadolo può causare dipendenza, convulsioni, depressione respiratoria e, in casi estremi, la morte.
Le forze dell’ordine e le istituzioni stanno seguendo con particolare attenzione il fenomeno. Oltre a rafforzare l’attività investigativa e il monitoraggio nei territori, è in corso una valutazione su possibili modifiche normative per rafforzare il controllo sulla distribuzione di farmaci oppioidi.
Strumenti digitali come l’applicazione "YouPol" della Polizia di Stato, che consente segnalazioni anonime da parte dei cittadini, si stanno dimostrando efficaci nel far emergere episodi di spaccio e abuso che altrimenti potrebbero passare inosservati. Allo stesso tempo, è fondamentale investire in campagne di informazione, educazione e prevenzione, rivolte soprattutto ai giovani, per promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi legati a queste sostanze.
L’arresto a Roma segna un ulteriore passo nella lotta al traffico illecito di sostanze stupefacenti e accende i riflettori su una droga poco nota ma estremamente pericolosa. Conoscere la natura del tramadolo, i suoi effetti e le dinamiche di spaccio è il primo passo per contrastarne la diffusione. Le istituzioni, attraverso il coordinamento tra forze dell’ordine, sanità pubblica, l’azione di Governo e la collaborazione dei cittadini, stanno intensificando gli sforzi per affrontare un fenomeno che, se sottovalutato, rischia di radicarsi ulteriormente nel tessuto sociale.
Grazie a una segnalazione anonima pervenuta tramite l'applicazione "YouPol", la Polizia di Stato ha arrestato nei pressi della stazione Termini di Roma un cittadino nigeriano di 35 anni, sospettato di spacciare questa sostanza.
L’uomo, partito da Napoli, è stato fermato a bordo della sua auto dopo essere stato individuato dagli agenti in borghese. Alla perquisizione è stato trovato in possesso di 25 blister di tramadolo e 500 euro in contanti, probabile provento dello spaccio. La successiva ispezione nella sua abitazione ha portato al sequestro di ulteriori 300 blister del farmaco, per un valore potenziale di migliaia di euro sul mercato nero.
Il tramadolo è un farmaco a base di oppioidi sintetici, utilizzato in ambito medico come analgesico per trattare dolori di media o forte intensità. Normalmente prescritto su ricetta medica, agisce sul sistema nervoso centrale alterando la percezione del dolore.
Tuttavia, quando assunto in dosi elevate o senza controllo medico, può generare effetti euforici, simili a quelli degli oppiacei più potenti. Proprio per questa sua capacità di indurre uno stato di apparente lucidità, resistenza alla fatica e benessere, è diventato oggetto di abuso in alcuni ambienti, spesso legati a contesti di marginalità o conflitto.
Il soprannome "droga del combattente" deriva dal suo utilizzo da parte di miliziani e guerriglieri in alcuni scenari di guerra, in particolare in Africa e Medio Oriente. In questi contesti, il tramadolo viene assunto per affrontare lunghi periodi di stress, dolore fisico e sforzo psicologico. La sostanza, in grado di sopprimere la paura e aumentare la resistenza, è stata documentata anche nei sequestri di carichi destinati a zone di conflitto.
Negli ultimi anni, il fenomeno ha oltrepassato i confini di questi territori, approdando anche in Europa. Oggi, il tramadolo viene venduto illegalmente in molti Paesi, Italia compresa, sia per la sua azione psicoattiva sia per il costo contenuto rispetto ad altre droghe.
In commercio, il tramadolo è disponibile in compresse, capsule o fiale. Sul mercato illegale viene spesso venduto in blister (involucri di plastica trasparente) o compresse singole, a un prezzo che può variare dai 2 ai 10 euro a seconda della disponibilità e della zona. Il suo basso costo e la facile reperibilità, soprattutto in ambienti poco controllati, lo rendono particolarmente appetibile.
In Italia, i canali di approvvigionamento sono spesso legati a ricette mediche false o sottratte, ma sono stati documentati anche traffici di farmaci provenienti dall’estero, specie da Paesi nordafricani. Alcune bande criminali arrivano a minacciare medici di base o farmacisti per ottenere le prescrizioni necessarie, come accaduto in diverse città del Nord Italia.
L’uso improprio del tramadolo sta crescendo anche nel nostro Paese, con segnalazioni frequenti in aree metropolitane come Roma, Napoli e Milano. In particolare, l’uso sembra diffondersi in contesti giovanili o tra soggetti già vulnerabili, attratti dagli effetti stimolanti della sostanza.
A preoccupare le autorità sanitarie è anche la scarsa percezione del rischio: trattandosi di un farmaco, molti utenti non lo considerano pericoloso, ignorando le conseguenze di un’assunzione non controllata. A livello medico, l’abuso di tramadolo può causare dipendenza, convulsioni, depressione respiratoria e, in casi estremi, la morte.
Le forze dell’ordine e le istituzioni stanno seguendo con particolare attenzione il fenomeno. Oltre a rafforzare l’attività investigativa e il monitoraggio nei territori, è in corso una valutazione su possibili modifiche normative per rafforzare il controllo sulla distribuzione di farmaci oppioidi.
Strumenti digitali come l’applicazione "YouPol" della Polizia di Stato, che consente segnalazioni anonime da parte dei cittadini, si stanno dimostrando efficaci nel far emergere episodi di spaccio e abuso che altrimenti potrebbero passare inosservati. Allo stesso tempo, è fondamentale investire in campagne di informazione, educazione e prevenzione, rivolte soprattutto ai giovani, per promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi legati a queste sostanze.
L’arresto a Roma segna un ulteriore passo nella lotta al traffico illecito di sostanze stupefacenti e accende i riflettori su una droga poco nota ma estremamente pericolosa. Conoscere la natura del tramadolo, i suoi effetti e le dinamiche di spaccio è il primo passo per contrastarne la diffusione. Le istituzioni, attraverso il coordinamento tra forze dell’ordine, sanità pubblica, l’azione di Governo e la collaborazione dei cittadini, stanno intensificando gli sforzi per affrontare un fenomeno che, se sottovalutato, rischia di radicarsi ulteriormente nel tessuto sociale.
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