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Faccia a faccia Trump e Zelensky: il piccolo miracolo di Papa Francesco

Nel giorno dell'addio a Papa Francesco, un segnale di speranza per la pace in Ucraina: i due leader si parlano da uomini, oltre la diplomazia.

Roma torna ad essere il cuore pulsante del mondo. Nel giorno del solenne saluto a Papa Francesco, la Basilica di San Pietro ha fatto da cornice a un momento che resterà nella storia: Donald Trump e Volodymyr Zelensky, i due leader mondiali spesso contrapposti, seduti chini l'uno di fronte all’altro su semplici sedie di legno come due uomini qualunque, a parlarsi, faccia a faccia, senza filtri.

Non c'era il cerimoniale rigido della diplomazia, né le barriere fredde delle dichiarazioni ufficiali. Solo due persone che, nella maestosità silenziosa della Basilica, sembravano cercare una strada comune. Una scena potente, quasi surreale, se pensiamo ai contrasti e ai toni duri che in questi anni li hanno contrapposti. Eppure lì, davanti alla bara del Papa, che più di ogni altro ha invocato la pace, Trump e Zelensky sembravano cercare veramente una soluzione.

Come se fosse tutto già scritto, come se Papa Francesco, che non ha mai smesso di invocare il dialogo per fermare la guerra in Ucraina, avesse voluto organizzare questo incontro come suo ultimo messaggio al mondo. Un piccolo miracolo diplomatico nel segno della pace, un gesto semplice ma carico di significato: dimostrare che, a volte, sono proprio gli incontri più umani, più veri e semplici, a poter aprire la strada alle soluzioni.

Nel giorno del suo commiato terreno, quindi, Papa Francesco ci ha lasciato un'eredità importante, forse la più preziosa: il coraggio di crede che la pace si può sempre raggiungere. Una pace vera, giusta, capace di restituire dignità e futuro all'Ucraina, di fermare la scia di morte e ridare stabilità all’Europa. L'incontro tra Trump e Zelensky nella Basilica di San Pietro è il segno che, anche nelle situazioni più difficili, il dialogo è sempre possibile.

Resterà nella memoria collettiva questa semplice immagine che vale più di tante conferenze, più di mille comunicati ufficiali: due uomini, due leader, che si parlano davvero, senza intermediari, spinti forse dalla consapevolezza che bisogna dare un senso all'eredità che ci ha lasciato Papa Francesco.

In un mondo dove i conflitti sovrastano il confronto, oggi da Roma è partito un messaggio chiaro: la pace è sempre possibile, se si ha il coraggio di ascoltarsi davvero.

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