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Dopo 26 mesi torna a crescere la produzione industriale: +1% ad aprile secondo l’Istat

Un segnale positivo per l’economia italiana. A trainare la ripresa: manifattura, beni strumentali e le politiche di sostegno del Governo Meloni.


Dopo oltre due anni di difficoltà, finalmente arriva una buona notizia per l’economia italiana: ad aprile 2025 la produzione industriale è tornata a salire, registrando un aumento dell’1% rispetto al mese precedente. A certificarlo è l’Istat, che segnala il primo segno “più” dopo ben 26 mesi consecutivi di contrazione.

Un dato che non va sottovalutato e che racconta di una ripresa lenta ma concreta, possibile grazie anche a un contesto di maggiore stabilità economica e alle politiche di rilancio messe in campo dal Governo Meloni per famiglie, imprese e lavoratori.

COSA VUOL DIRE "PRODUZIONE INDUSTRIALE" E PERCHE' E' IMPORTANTE?

La produzione industriale misura la quantità di beni prodotti dalle industrie italiane: si va dai beni di consumo (come alimentari, vestiti, prodotti per la casa) ai beni strumentali (macchinari, attrezzature), fino ai beni intermedi (materiali usati per produrre altri beni). Si tratta di un indicatore fondamentale per capire lo stato di salute dell’economia reale.

Un aumento di questo indice significa che le imprese stanno lavorando di più, ricevendo più ordini, assumendo personale e generando ricchezza.

CHI STA TRAINANDO LA CRESCITA?

Secondo i dati Istat, ad aprile 2025 la crescita ha interessato in particolare:
  • Beni strumentali: +2,3% su base mensile.
  • Beni di consumo: +1,1%.
  • Beni intermedi: +0,6%.
  • Energia: dato stabile.
In pratica, tornano a crescere i settori legati alla meccanica, all’industria del legno, all’automotive e al tessile, con segnali incoraggianti anche per l’agroalimentare e l’industria farmaceutica. La domanda interna si sta lentamente rafforzando, così come l’export, soprattutto verso i paesi extra-UE.

COSA HA AIUTATO LA RIPRESA?

Il ritorno al segno positivo non è un caso isolato, ma frutto anche di azioni di sistema che hanno accompagnato le imprese durante le fasi più difficili. Negli ultimi anni, diversi fattori hanno contribuito:
  • Taglio del cuneo fiscale: che ha alleggerito il costo del lavoro e favorito nuove assunzioni.
  • Incentivi a investimenti e innovazione: attraverso strumenti come Transizione 5.0 e il rinnovo degli ammortamenti per macchinari e impianti.
  • Sostegno al credito e garanzie pubbliche: che hanno aiutato le imprese a ottenere finanziamenti per ripartire.
  • Misure a tutela delle micro e piccole imprese: in particolare nel comparto artigiano e nei distretti produttivi locali.
A tutto ciò si aggiunge una politica energetica più attenta alla produzione nazionale, con interventi mirati per ridurre i costi in bolletta per le imprese energivore.

IL SEGNALE CHE L'ITALIA ASPETTAVA

L’aumento dell’1% potrebbe sembrare modesto, ma ha un valore simbolico enorme: segna un’inversione di tendenza. Dopo due anni difficili, fatti di crisi energetica, inflazione e rallentamento globale, l’Italia inizia a vedere i frutti di un lavoro paziente, fatto di scelte pragmatiche e misure concrete.

La strada è ancora lunga e servono conferme nei mesi a venire, ma l’industria italiana ha dimostrato ancora una volta di saper ripartire, soprattutto quando viene messa nelle condizioni di poterlo fare.

In un’Italia che produce, investe e lavora, la fiducia torna a crescere. E con essa, anche la nazione.


AC, CM 10 giugno 2025 (leggi la fonte) 

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