L'incontro di ieri, venerdì 28 febbraio, alla Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, avrebbe dovuto segnare una svolta storica nelle relazioni tra i due Paesi, con la firma dell’accordo sulle terre rare ucraine come preludio per un cessate il fuoco con la Russia. Tuttavia, quello che doveva essere una celebrazione diplomatica, a trazione Trump, si è trasformato in uno scontro inedito e senza precedenti, mettendo in luce dinamiche che l'Europa non può più ignorare.
Durante la conferenza stampa congiunta i toni sono stati subito alti: Trump ha accusato Zelensky di "giocare con la Terza Guerra Mondiale" e di mancare di rispetto agli Stati Uniti, mentre Zelensky, ha cercato di spostare l'attenzione sulle atrocità commesse dai russi durante la guerra nel suo Paese, ma è stato interrotto più volte, arrivando a un'escalation verbale che ha portato il leader ucraino ad abbandonare la Casa Bianca senza firmate l’accordo.
Quanto successo mette in evidenza l'approccio poco istituzionale di Donald Trump che è sembrato più ideneo per una trattativa commerciale che a una delicata negoziazione diplomatica tra nazioni sovrane. Il popolo ucraino, che con eroismo e determinazione sta difendendo la propria terra dall'invasione russa, merita rispetto e sostegno e non di essere trattato come una torta da spartire in un gioco a Risiko.
Durante la conferenza stampa congiunta i toni sono stati subito alti: Trump ha accusato Zelensky di "giocare con la Terza Guerra Mondiale" e di mancare di rispetto agli Stati Uniti, mentre Zelensky, ha cercato di spostare l'attenzione sulle atrocità commesse dai russi durante la guerra nel suo Paese, ma è stato interrotto più volte, arrivando a un'escalation verbale che ha portato il leader ucraino ad abbandonare la Casa Bianca senza firmate l’accordo.
Quanto successo mette in evidenza l'approccio poco istituzionale di Donald Trump che è sembrato più ideneo per una trattativa commerciale che a una delicata negoziazione diplomatica tra nazioni sovrane. Il popolo ucraino, che con eroismo e determinazione sta difendendo la propria terra dall'invasione russa, merita rispetto e sostegno e non di essere trattato come una torta da spartire in un gioco a Risiko.
La frattura emersa tra Washington e Kiev offre all'Unione Europea un'opportunità unica per rientrare nella partita e assumere un ruolo centrale nelle trattative di pace. È il momento che l'Europa, con l'Italia in prima linea sotto la guida della Premier Giorgia Meloni, si faccia promotrice di un'iniziativa diplomatica autonoma e determinante. La Premier, apprezzata a livello internazionale e tra i più solidi sostenitori dell'Ucraina sin dall'inizio del conflitto, possiede la credibilità e la determinazione necessarie per mediare efficacemente tra le parti.
L'Italia, forte della sua posizione strategica e delle relazioni consolidate sia con gli Stati Uniti che con gli altri partner europei, può e deve farsi portavoce di una "pace giusta" e duratura, che rispetti la sovranità ucraina e ponga fine alle ostilità. Ora più che mai occorre mantenere unito l'asse occidentale (Usa-Ue) ed evitare che iniziative unilaterali di alcuni leader europei (vedi Macron) possano compromettere il delicato equilibrio diplomatico.
In questo contesto, è fondamentale mantenere un approccio equilibrato nei confronti della Russia: pur condannando l'invasione dell'Ucraina, è necessario superare questa fase e perseguire una soluzione diplomatica che garantisca la sicurezza e la stabilità dell'intera regione europea.
L'episodio di ieri alla Casa Bianca rappresenta l’ennesimo campanello d'allarme per l'Europa: non è più tempo di delegare ad altri la nostra sicurezza e la gestione delle crisi che si svolgono alle nostre porte. È il momento di assumersi la responsabilità e di agire con decisione per costruire un futuro di pace, di rispetto reciproco e di prosperità condivisa. E' il tempo, per noi europei, di tornare ad essere artefici del nostro futuro!
AC, La Voce del Patriota 1 marzo 2025 (leggi la fonte)
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