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Il Sud corre e traina l’Italia: così il Mezzogiorno diventa motore di crescita

Tra cantieri pubblici, imprese private e filiere strategiche, il Mezzogiorno cresce più del resto della nazione e crea nuove opportunità per giovani e donne.


C’è un cambio d’orizzonte nel Mezzogiorno. Dopo anni in cui il Sud era destinato soprattutto a rincorrere, ora dà segnali concreti di leadership quanto a sviluppo economico e occupazione. I numeri parlano chiaro: è il Sud a mettere in moto la crescita dell’Italia. Ma cosa c’è dietro questa svolta?

Innanzitutto, ingenti investimenti pubblici: infrastrutture che collegano città e regioni con strade, ferrovie ad alta velocità, porti e rigenerazioni urbane. Grandi progetti come il Ponte sullo Stretto, il recupero dell’area di Bagnoli con l’America’s Cup e il rifacimento di aree urbane degradate, non sono solo opere visibili ma vere e proprie molle di sviluppo che muovono l’indotto, generano lavoro e attraggono capitali.

In secondo luogo, la semplificazione e l’adozione di strumenti efficaci. Un esempio chiave è la Zona Economica Speciale Unica, entrata in vigore nel 2024: eliminato il sistema frammentato delle otto Zes precedenti, il Governo Meloni ha introdotto uno sportello unico digitale per le imprese e forti incentivi, come i crediti d’imposta per l’acquisto di macchinari e impianti. In poche settimane questa misura ha indotto centinaia di imprese a investire nel Sud, creando occupazione stabile e duratura.

A spingere la ripresa non sono soltanto le infrastrutture o le agevolazioni. Alcuni settori si stanno dimostrando veri e propri motori di crescita nella nuova stagione meridionale: costruzioni, servizi professionali, turismo, ma anche agroalimentare, logistica, farmaceutico e aerospazio. In particolare:

  • L’agroalimentare, tradizionale punto di forza, si rinnova con prodotti a marchio e filiere sostenibili;
  • La farmaceutica biotech, con centri di ricerca e produzioni industriali, attira investimenti nei nuovi farmaci e nei vaccini;
  • Il settore aerospaziale, con poli come quelli in Puglia e Campania, che producono componenti per grandi player internazionali;
  • La logistica, favorita dalla posizione geografica e da porti strategici come Gioia Tauro, vero hub mediterraneo.

Il risultato è un Mezzogiorno che cresce più rapidamente del Nord: occupazione in aumento, specialmente nel settore delle costruzioni e in servizi avanzati, tra cui finanziari, immobiliari e professionali, dove si registra una crescita del valore aggiunto superiore alla media nazionale. E questa crescita non è a uso esclusivo del Sud: ogni nuova impresa, ogni contratto firmato alimenta consumi, genera entrate fiscali, stimola investimenti anche altrove.

Il risvolto sociale non è da meno. L’occupazione stabile – soprattutto giovanile e femminile – cresce più rapidamente nel Mezzogiorno, dove sempre più contrattistabili vedono protagoniste le nuove generazioni e le donne. In un territorio dove finora l’ingresso nel mondo del lavoro era spesso precario, se non senza tutele, questa tendenza rappresenta un segnale importante di modernità e inclusione .

In sintesi, le politiche economiche del Governo Meloni hanno messo al centro la valorizzazione del Sud, con strumenti concreti come la Zes Unica, sgravi e semplificazioni e le grandi opere infrastrutturali che hanno attratto investimenti, generato occupazione stabile e sostenuto l’inclusione giovanile e femminile. Il risultato è una crescita che non riguarda solo il Meridione ma che alimenta l’intero sviluppo nazionale: il Sud che cresce più del Nord aiuta l’Italia a correre più forte.


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