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Chiuso il caso indiano dei marò Latorre e Girone. Ma non piace il risarcimento all'India

Si chiude finalmente la vicenda giudiziaria dei due marò della Marina Militare, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, durata nove anni.

Secondo quanto fa sapere l'Ansa, che si rifà al giornale indiano "The Indu", la Corte suprema indiana ha chiuso tutti i procedimenti giudiziari a carico dei due militari italiani che, nel 2012, vennero accusati di aver ucciso due pescatori indiani, al largo delle coste del Kerala, mentre erano di pattugliamento sulla nave "Enrica Lexie" per il servizio di antipirateria.

Secondo i media di Nuova Delhi, già la scorsa settimana la Corte suprema indiana aveva accettato di chiudere tutti i procedimenti a carico di Latorre e Girone ma ha poi deciso di rinviare la chiusura del caso perchè l'Italia non aveva ancora (materialmente) depositato l'indennizzo concordato per le famiglie delle vittime, pari a cento milioni di rupie, circa 1,1 milioni di euro. Deposito che si è perfezionato in questi giorni.

L'epilogo e soprattutto la decisione dell'Italia di pagare gli indiani per il danno procurato, non è piaciuta ai familiari dei due militari che hanno da sempre creduto nella loro innocenza. In particolare la moglie del maresciallo Latorre lamenta «nove anni di calvario», dove si è trovata a dover parlare a nome del marito perchè vincolato al segreto militare. «A lui - ha detto all'Adnkronos Paola Moschetti, moglie di Massimiliano Latorre - è stato fatto esplicito divieto di parlare pena pesanti sanzioni. Non può nemmeno partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica. È vincolato al segreto». «È ora di chiedersi - ha aggiunto - perché le autorità militari vogliono mantenere il segreto su ciò che sa e vuole dire. Quello che so è che per la politica italiana siamo stati carne da macello». 

Della stessa opinione anche il legale di Latorre, l'avvocato Fabio Anselmo che, sempre all'Adnkronos, ha detto di comprendere lo sfogo della moglie Paola in quanto, in questi nove anni, il suo assistito non ha potuto difendersi pubblicamente dai quei fatti gravissimi: «Avevamo chiesto l’autorizzazione a poter fare dichiarazioni ma ci è stata negata. E’ grottesco che lui non possa parlare perché altrimenti perderebbe il posto». «Adesso - ha aggiunto  - l’inchiesta italiana stabilirà se Girone e Latorre sono innocenti o colpevoli. Però, mi chiedo, se non dovessero emergere prove e i due marò risulteranno innocenti, cosa ha pagato l’Italia all’India, un "riscatto"?».

I due fucilieri di Marina verranno risentiti dai pm di Roma nelle prossime settimane nell’ambito del fascicolo di indagine, aperto dal 2012 a piazzale Clodio, per omicidio volontario. In quell'occasione Massimiliano Latorre e Salvatore Girone potranno finalmente raccontare i fatti, davanti ai magistrati romani, senza dover sottostare ai silenzi e a quel vincolo militare che ha impedito, fino ad oggi, di difendersi e raccontare le loro verità, anche alla pubblica opinione.

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