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L’ultima risata (stavolta) all’Italia. Da chi rideva di noi al tempo di Berlusconi a chi oggi fa i conti con la storia

Nel 2011 Merkel e Sarkozy si scambiavano sguardi complici e risate alle spalle dell’Italia. Oggi la Cassazione chiude la lunga stagione giudiziaria su Berlusconi, mentre la Francia processa un suo ex Presidente e la Germania ripensa alle scelte della Cancelliera. La ruota della storia, a volte, sa fare giustizia meglio degli uomini.


(fonte foto www.lejdd.fr)

Certe notizie non passano inosservate e pesano come un macigno su trent’anni di narrazione politica: la Corte di Cassazione ha escluso qualsiasi legame tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cosa nostra. Nessuna prova di riciclaggio, nessuna relazione organica: una parola definitiva che chiude decenni di sospetti e insinuazioni e restituisce un pezzo di verità sulla figura di Silvio Berlusconi, troppo spesso giudicato prima dai pregiudizi che dai tribunali.

Da qui vale la pena tornare al 2011. A Bruxelles. A quella vergognosa conferenza stampa. Alla domanda sulla fiducia nelle riforme dell’Italia guidata da Berlusconi. Ad Angela Merkel e a Nicolas Sarkozy che si scambiano sguardi complici e carichi di sufficienza per poi ridacchiare. Non una parola, solo quegli ammiccamenti - brevi ma eloquenti - che bastarono, per un Paese già sotto attacco dei mercati e travolto dalla crisi del debito, a diventare il simbolo di un’umiliazione pubblica. Quelle immagini fecero il giro del mondo e furono lette come la prova definitiva che“l'Italietta” non era più credibile agli occhi dell’Europa.

Oggi, a distanza di quattordici anni, il quadro si è ribaltato. Sarkozy ha collezionato una condanna a cinque anni di carcere per associazione a delinquere nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti illegali dalla Libia, Merkel, invece, non ha guai con la giustizia, ma la sua eredità politica è oggetto di forte discussione in Germania, soprattutto per i rapporti coltivati negli anni con la Russia di Vladimir Putin. Quelle aperture energetiche (il Nord Stream per capirci), considerate da molti un errore strategico, hanno reso la “locomotiva d’Europa” vulnerabile e dipendente da Mosca. Oggi la stessa Germania si interroga su quelle scelte che un tempo venivano presentate come modelli di stabilità.

In mezzo, ci siamo noi, c’è l’Italia. Quella che allora veniva derisa e commissariata, tra governi tecnici, austerità e manovre d’emergenza, ma che oggi mostra un profilo completamente diverso. Non è più “l’Italietta” guardata con diffidenza dai partner europei, ma una Nazione che parla con autorevolezza, forte di una linea di governo chiara e coerente.

Che piaccia o no, Giorgia Meloni ha restituito credibilità e rispetto all’Italia. Nei vertici internazionali, nei consessi europei, nelle capitali occidentali, l’Italia oggi pesa. Lo riconoscono i media stranieri, lo ammettono i mercati, lo confermano i risultati concreti in politica estera ed economica.

E allora il paragone viene naturale: nel 2011 ridevano di noi, nel 2025 non ride più nessuno!

La giustizia italiana chiude un capitolo lungo e amaro, quella francese mette sotto accusa un ex presidente, la Germania riflette sulle scelte politiche del recente passato.

Non serve gioire delle disgrazie altrui: serve ricordare. Perché chi rideva dell’Italia e del suo leader politico, oggi dovrebbe trovare il coraggio di riconoscere che la storia - lentamente ma inesorabile - rimette le cose al loro posto.

Silvio Berlusconi non ha fatto in tempo a vedere questo giorno. Ma forse, dall’alto, sta sorridendo.
E quel sorriso, oggi, ha un sapore tutto italiano: quello di una Nazione che, dopo anni di lezioni subite, ha ritrovato la schiena dritta e il rispetto che merita!

AC, La Voce del Patriota 25 ottobre 2025 (leggi la fonte)


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