Caso Petacci. Monta la protesta contro il comico di Floris
Com'era prevedibile, la provocazione di Gene Gnocchi, sotto forma di rozza satira televisiva, ha provocato le prime reazioni negli ambienti della destra. La scorsa notta dei militanti faentini di Forza Nuova hanno affisso sulla cancellata dell’abitazione del comico uno striscione con su scritto “VIGLIACCO”.
L’azione dimostrativa degli esponenti del partito di Roberto Fiore è stata la reazione alla battuta, ritenuta offensiva, del comico che a “DiMartedì”, il programma su La7 di Giovanni Floris, ha paragonato Claretta Petacci - ammazzata dai partigiani solo perchè amava Benito Mussolini - ad un maiale e per l'esattezza al maiale immortalato in una foto mentre grufolava tra i cassonetti stracolmi di rifiuti in un quartiere periferico della Capitale.
Questa la rivendicazione del partito lanciata a mezzo stampa: «Un omuncolo patetico, un insipido comico che, per rimanere aggrappato all'onda dello spettacolo, si ritrova ad offendere anche i morti - scrive in una nota Desideria Raggi, responsabile provinciale di Fn - Un vigliacco che dimostra tutta la sua viltà e pochezza paragonando la scrofa di Roma a Claretta Petacci, un prodotto sottovuoto addestrato alla comicità più becera dal solito antifascismo stantio che, come in tante altre occasioni, sputa sull'onore di un defunto impossibilitato dunque a difendersi. Non è forse sessismo paragonare una donna ad una scrofa? Perché non sento starnazzare le femministe, a partire dalla Boldrini, in difesa di Claretta?».
Quanto accaduto la scorsa notte è solo l’ultima di una lunga serie di reazioni e proteste. Sui social, dopo il fatto, uno degli hashtag più usato è stato #GeneGnocchi. E ad usarlo sono stati anche nomi noti della politica nazionale. Alessandra Mussolini, dal suo account di Twitter ha tuonato: «Gene Gnocchi, tu sei un verme! Paragonare il maiale che gira per Roma alla Petacci è una merdata che solo uno stronzo come te poteva partorire». Massimo Corsaro, deputato di "Direzione Italia", partito di centrodestra fondato e guidato da Raffaele Fitto, chiama in causa la Boldrini: «Signora Presidente, nulla da dire sulla performance di Gene Gnocchi e Floris?». Simone Di Stefano, candidato Premier di CasaPound Italia, ha postato su facebook lo storico scatto che ritrae la Petacci, ormai esanime, appesa a testa in giù a piazzale Loreto e commentato: «Claretta Petacci, donna innocente, innamorata, uccisa, stuprata, appesa e maciullata dai partigiani. Goditi il frutto del tuo odio. Ne sarai orgoglioso, vigliacco». Roberto Fiore, leader di Forza Nuova: «L’infelice battuta di Gene Gnocchi su Claretta Petacci non rappresenta altro che la triste retorica di chi, come i sinistroidi, non ha altre argomentazioni da proporre se non offese».
Mattia Feltri, invece, scrive nel suo editoriale su La Stampa: «Tale era la vergogna che quando Claretta Petacci, la donna di Benito Mussolini, fu issata a testa in giù in piazzale Loreto, e dalla camicetta le uscì il seno, e la gonna scese a mostrarla senza mutande, una staffetta partigiana porse una spilla da balia a don Giuseppe Pollarolo e il prete con la spilla rimediò.
Tale era la vergogna che non si è mai saputo, o confessato, perché Claretta fosse senza mutande. Tale era la vergogna che esistono dieci o quindici versioni diverse sulla fucilazione di Claretta, come su quella del Duce. Tale era la vergogna che in Mussolini Ultimo Atto, il film del 1974 di Carlo Lizzani, partigiano e comunista, si racconta che si fece di tutto per allontanare Claretta dal plotone d’esecuzione, e infine fu uccisa quasi per accidente. Tale era la vergogna. Tale era per una donna che seguendo Mussolini nella ridotta di Valtellina credeva solo di aver vinto la sua guerra, lei amante, contro le altre cento amanti, e contro la moglie Rachele. Tale era la vergogna che Sandro Pertini, uno che per antifascismo si era fatto il carcere e il confino ed era stato condannato a morte dai nazisti, e ne scampò evadendo da Regina Coeli, e infine votò per l’esecuzione di Mussolini, ecco, tale era la vergogna che nel 1983 Pertini disse: “La sua unica colpa è di aver amato un uomo”.
Tale non è più la vergogna che l’altra sera, facendo umorismo sul maiale fotografato a Roma da Giorgia Meloni, Gene Gnocchi ha detto che quel maiale è femmina, “si chiama Claretta Petacci”. In studio tutti a ridere. E stavolta neanche una spilla».
E c’è anche chi, sdegnato da quanto accaduto nel salotto di Floris, sta raccogliendo le firme per chiedere l’allontanamento di Gnocchi da La7. Magari troverà un lavoro in un negozio o magari in una fabbrica.
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