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Una legge per limitare il potere dei social network

La Polonia ha capito prima di altri lo strapotere dei social network come Facebook e Twitter e la potenziale minaccia che rappresentano per le democrazie e la libertà di espressione, tanto da prendere posizione ed impedire che la "censura ideologica" e la dittatura di pensiero possano dilagare e prendere il sopravvento. E mentre da noi se ne inizia a parlare (timidamente), dopo il blocco permanente dell'account del Presidente in carica Donald Trump, il governo polacco ha annunciato che varerà una legge per limitarne il potere e la discrezionalità nelle censure. 

Il testo della legge prevede l'istituzione di un "Consiglio per la libertà di espressione" per esaminare i reclami degli utenti social i cui account sono stati chiusi o il contenuto rimosso. Secondo il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro ed il governo di Varsavia, l'istituzione del Consiglio servirà proprio a garantire il diritto costituzionale alla libertà di espressione di tutti. La legge, in linea più generale, impedirà ai siti ed alle piattaforme informatiche di bloccare contenuti e cancellare account che non contravverranno le norme dello Stato. Quindi si va ad incidere sulla discrezionalità e sulla parzialità del gestore, che ricordiamo essere un soggetto privato, che persegue le finalità del profitto e che, per questo, non può essere di sopra delle parti e sostituirsi alle istituzioni. 

Ora è interessante capire se altri Stati, soprattutto in Europa, avranno il coraggio di seguire l'esempio della Polonia e di varare una legge che tuteli la libertà d'espressione di tutti anche sui social, dove ormai ci si confronta e si parla al grande pubblico. 

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